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Venerdì, 19 Aprile 2024
Guardia di Finanza / Bellaria-Igea Marina

"Lavoro nero" in due alberghi della Riviera: alcuni dipendenti erano ignari del loro licenziamento

Già nella fase dell’accesso ispettivo nell’albergo, i finanzieri e gli ispettori avevano riscontrato, spiegano fonti investigative, "gravi irregolarità alla società capitolina ed alla società bellariese che gestiva la struttura ricettiva"

I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Rimini, in collaborazione con i funzionari dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Inps, a seguito di un’attività ispettiva avviata al termine della passata stagione estiva nei confronti di un albergo di Bellaria Igea Marina, hanno scoperto una società, avente sede legale a Roma, che avrebbe impiegato del personale in assenza dell'apposita autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Già nella fase dell’accesso ispettivo nell’albergo, i finanzieri e gli ispettori avevano riscontrato, spiegano fonti investigative, "gravi irregolarità alla società capitolina ed alla società bellariese che gestiva la struttura ricettiva, tali da determinare la sospensione dell’attività imprenditoriale". In particolare, su nove lavoratori identificati sul posto di lavoro, otto di questi erano licenziati da una settimana e quindi “in nero”, ovvero privi di qualsiasi tutela riservata ai lavoratori regolarmente assunti. Nei giorni successivi, molti lavoratori (tra cuochi, camerieri aiuto cuochi, camerieri e addetti alle pulizie) fino a quel momento ignari del loro licenziamento, dopo aver tentato invano di contattare il datore di lavoro, si erano rivolti ai sindacati per intraprendere una vertenza dopo la mancata corresponsione dell’intero stipendio di agosto.

All’esito dell’attività ispettiva, dopo approfonditi riscontri documentali, i finanzieri e gli ispettori hanno accertato, in capo alla società capitolina, l’esercizio non autorizzato dell’attività di somministrazione di personale anche in una seconda struttura ricettiva sempre con sede in Bellaria Igea Marina gestita dalla medesima società. Complessivamente, i lavoratori attivi abusivamente sono risultati 35, nei cui confronti, altresì, il datore di lavoro non ha rispettato gli orari di lavoro e le retribuzioni, corrisposte nei mesi di luglio ed agosto, non sono state effettuate con mezzi di pagamento tracciabili. Nei confronti della società che gestiva i due alberghi, invece, è stato contestato l’illecito utilizzo di 35 lavoratori, di cui, per un determinato periodo di tempo, 27 risultati completamente “in nero”, in un determinato periodo prima dell’assunzione ovvero dopo il licenziamento.

In totale, ai trasgressori, sono state comminate sanzioni che possono arrivare ad un massimo di 150mila euro. Inoltre gli Ispettori della sede Provinciale di Rimini, hanno disconosciuto l’imputazione contributivo-previdenziale dei rapporti di lavoro instaurati dai lavoratori e posti in carico, ai fini contributivi, dell’effettivo datore di lavoro, ovvero la società gestrice dei due alberghi. Tale procedura adottata dall’Inps ha consentito di recuperare contributi per complessivi 75mila euro. Inoltre, la Guardia di Finanza ha in corso approfondimenti di natura fiscale nei confronti della società bellariese, mentre quella capitolina è stata segnalata al Reparto del Corpo competente per territorio.

"La somministrazione abusiva di lavoratori ed il relativo utilizzo è una pratica non nuova per la Provincia di Rimini - ricordano dal comando provinciale -. Infatti i finanzieri e gli ispettori, circa un anno fa, nell’ambito dell’operazione “Free Jon” avevano smascherato un’analoga somministrazione abusiva di centinaia di lavoratori a favore di alcuni alberghi ubicati nel Comune di Bellaria Igea Marina. L’attività svolta dalla Guardia di Finanza, in stretta collaborazione con i funzionari dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Inps, conferma il costante impegno nella difesa del lavoro regolare e, più in generale, dell’economia sana; obiettivo che si realizza anche attraverso la lotta ai fenomeni di sfruttamento della manodopera e alle altre gravi forme di prevaricazione in danno dei lavoratori".

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