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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Lavoro, lo stagionale a tempo determinato non attira: nel solo riminese mancano 3 mila addetti

Le difficoltà di reperimento registrate dalle imprese sulle entrate previste a maggio, sono, in media, del 52% a Forlì-Cesena e del 41% in provincia di Rimini, in valore assoluto ammontano a 3.042 per Rimini

Gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il trimestre maggio-luglio sono 42.270, secondo Excelsior Informa, il Bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Anpal e dalle Camere di commercio italiane.

Su base nazionale, gli ingressi previsti nel mese di maggio sono 467.000, di cui il 9,5% (44.400) in Emilia-Romagna, oltre un punto percentuale (p.p.) in più rispetto al mese scorso. Il 26% del dato regionale, pari a n. 11.560 ingressi previsti, attiene all’area di competenza della Camera di commercio della Romagna, ancora in crescita rispetto al mese precedente di ulteriori 2,8 p.p. L’incidenza dei contratti a tempo determinato si mantiene elevata e pari all’85% per Rimini (+2 p.p.) e al 78% per Forlì-Cesena (costante).

Per quanto riguarda le entrate i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo per entrambe le province, il Commercio e i Servizi alle persone (secondo e terzo posto a Forlì-Cesena, posizioni ribaltate a Rimini), i Servizi operativi e di supporto alle imprese e alle persone (quarti a Rimini e quinti nel forlivese-cesenate), le Costruzioni mentre (quarte a Forlì-Cesena) e i Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (quinti a Rimini).

Per la provincia di Rimini, in base all’indagine prosegue il boom di assunzioni iniziato in aprile e previsto per il mese di maggio, pari a 7.420 (in aprile +42% rispetto a marzo e in maggio +36%), con una variazione sullo stesso mese 2022 di ben +1.220 unità, e 28.230 per il trimestre maggio-luglio, con una variazione sull’analogo periodo dello scorso anno di +5.240 unità.

Le entrate previste si concentrano nel settore servizi per l’90% (+2%), che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone, e per l’80% nelle imprese con meno di 50 dipendenti (-2%).

Nel mese di maggio, una quota ancora pari al 28% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni; il 15% delle imprese prevede di assumere personale immigrato (-3%). Nel 65% dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma in 41 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Il focus di questo mese è dedicato alle difficoltà di reperimento registrate dalle imprese, in media pari a Forlì-Cesena al 52% e a Rimini al 41% delle entrate previste a maggio, ma che ammontano in valore assoluto rispettivamente a 2.165 unità e 3.042 a Rimini.

In un contesto positivo di maggiori entrate in maggio rispetto allo stesso mese del 2022 di 380 e 1.220 unità è interessante scomporre le difficoltà e il mismatch comunque riscontrati dalle imprese tra gap quantitativo e qualitativo.

In provincia di Rimini, sulla base della stessa suddivisione in gruppi professionali le difficoltà registrate sono del 55% per Dirigenti, 38% per Impiegati e del 55% per gli Operai; sono attribuibili alla mancanza di candidati per il 28%, 26% e ben 32% rispettivamente, mentre la preparazione inadeguata pesa per il 20%, 11% e 19%.

Più nel dettaglio, la mancanza di candidati, in percentuale rispetto alle previsioni di assunzione, si registra in particolare per le professioni di: operai specializzati delle lavorazioni alimentari, 65%; fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica, 57%; specialisti nelle scienze della vita - biologi, farmacologi, agronomi, veterinari, farmacisti, 55%; tecnici della salute, 53%; professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, 52%; addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro, 39%.

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