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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Le amministrazioni comunali si mobilitano contro la violenza sulle donne

Iniziative in tutti i comuni della provincia in occasione della giornata internazionale per sensibilizzare l'opinione pubblica

Negli 87 giorni di lockdown sono stati in Italia 58 gli omicidi in ambito familiare-affettivo, di cui 44 sono donne. “Ciò significa – sottolinea Francesco Marinelli Segretario generale CISL Romagna - che ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia. I diritti delle donne sono una responsabilità di tutti e dobbiamo lottare contro ogni forma di violenza”. “Il 25 novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne e purtroppo -afferma Francesco Marinelli Segretario Generale della CISL Romagna - come certificato dall’Istat nel suo ultimo Rapporto, anche in Emilia Romagna la pandemia ha notevolmente aumentato i casi di violenza, soprattutto in famiglia”. In Italia, secondo i dati forniti dal Viminale, negli 87 giorni di lockdown sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare-affettivo, il 76% dei quali (quindi 44) delle vittime sono donne. “Ciò significa – sottolinea il Segretario cislino - che ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia. I diritti delle donne sono una responsabilità di tutti e dobbiamo lottare contro ogni forma di violenza”.

In base alI’analisi svolta da Istat sulle chiamate al numero verde 1522 durante il periodo del lockdown, dal 1marzo al 16 aprile 2020, in Emilia-Romagna sono state 282 le telefonate al 1522, tra le quali quelle motivate da una richiesta di aiuto per violenza subita sono state 125, quasi il doppio rispetto alle 64 rilevate nello stesso periodo del 2019. Nel periodo tra marzo e giugno nella nostra Regione sono state infatti 804 le chiamate al numero verde 1522, per chiedere protezione o aiuto per difendersi da casi di violenza o stalking. Fra queste, le chiamate riconducibili a vittime di violenza sono 377, oltre il doppio delle 171 del periodo marzo-giugno 2019, oltre il triplo di quelle riferite al 2017. “Possiamo quindi dire – prosegue Marinelli- che il lockdown, che per alcuni è stato un periodo di riscoperta degli affetti e di un ambiente familiare diverso rispetto alla frenesia quotidiana, per alcune donne è stato un vero e prioprio incubo perché ha amplificato situazioni di violenza familiare già presenti o ancora latenti”.

Secondo il Rapporto Istat in Italia la violenza riportata durante il periodo del lockdown è soprattutto domestica, agita prevalentemente da coniugi/conviventi o da altri familiari. La forma di violenza più frequente è quella fisica, segue la forma di violenza psicologica in un numero di casi molto alto.
Sempre secondo Istat in Italia le vittime sono quasi esclusivamente donne, in tre quarti dei casi coniugate o single, prevalentemente di nazionalità italiana e l’età più a rischio è quella tra i 25 e i 54 anni. Nella maggioranza dei casi rilevati, oltre un terzo, le vittime hanno un'occupazione, ma molte sono anche disoccupate (circa 25%), casalinghe o ritirate dal lavoro (circa 10% entrambe le categorie). “Questa cultura repressiva nei confronti delle Donne in quanto “donne” è ancora estremamente presente. Come Sindacato possiamo intervenire, tramite la contrattazione, per prevenire ogni forma di discriminazione sessuale e tutelare le donne anche sul posto di lavoro contro mobbing e molestie. Ma molto c’è ancora da fare. Dobbiamo tutti insieme, Istituzioni, scuola e società civile insieme, intervenire per correggere questa cultura sbagliata il prima possibile.

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Riccione ogni anno organizza attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica anche in collaborazione con il centro antiviolenza del Distretto Sud e con il supporto dell’Ufficio Pari Opportunità della Provincia di Rimini che promuove le iniziative su tutto il territorio locale. Quest'anno la Commissione Pari Opportunità ha promosso la realizzazione di breve video - spot di pochi minuti da condividere sui canali web istituzionali e da proiettare all’esterno del Palazzo del Turismo di Riccione. Il video riporta da alcune testimonianze di vita personale, autentiche e toccanti, utilizzando degli stralci significativi tratti dalla registrazione dello spettacolo teatrale andato in scena in occasione del 25 novembre 2019 presso lo Spazio Tondelli, ispirato alla tematica dell’autostima quale pilastro basilare e presupposto fondamentale per costruire relazioni sociali ed affettive sane e ispirate a principi di rispetto reciproco. Il video sarà quindi proiettato sulla facciata esterna del Palazzo del Turismo su un ledwall della ditta Croma srl, messo a disposizione gratuitamente. Inoltre in collaborazione con tutti i Comuni della Provincia, anche Riccione aderirà alla campagna “Illumina un monumento significativo della tua città” per la sensibilizzazione contro la violenza alle donne, illuminando di arancione il Palazzo del Turismo via Cecca. 

A Cattolica il 25 novembre 2020, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, unitamente le amministrazioni del Distretto di Riccione ed il Centro antiviolenza distrettuale “Chiama Chiama” celebrano con decisione il loro impegno nella prevenzione e nel contrasto alla violenza contro le donne, nella direzione di una rinnovata cultura del rispetto e della reciprocità. Per far ciò sono lieti di presentare una importante campagna di sensibilizzazione, che ha scelto come sfondo la nostra spiaggia e come simbolo il moscone salvataggio. Si tratta di un breve video-spot che fornisce tutte le informazioni e i riferimenti utili alle donne che necessitano del centro antiviolenza: “La luce calda del sole risplende sulla spiaggia autunnale semi-deserta. A riva, accanto a un pattino salvataggio ormeggiato, ci sono un ragazzo e una ragazza. La coppia passeggia tenendosi per mano...ma ogni storia può non essere ciò che sembra…”. Dal 25 novembre e nei prossimi giorni sarà possibile visualizzare e scaricare il video-spot sui portali istituzionali, sulle pagine Facebook e sui canali social dei Comuni. Invitiamo tutti a condividere. Nell’ambito della campagna di comunicazione verranno inoltre distribuiti materiali cartacei e adesivi informativi, con tutti i riferimenti e i contatti del centro Antiviolenza, presso le sedi comunali, i consultori, le scuole del territorio ecc. La campagna è stata possibile, tra l’altro, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna nell’ambito del progetto “Riguarda anche me”. Il Centro Antiviolenza Distrettuale “CHIAMA ChiAMA” è aperto tutto l'anno presso la sede di Piazza della Repubblica a Cattolica, tutti i giorni lavorativi con il seguente orario: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 9:30-13:30, giovedì 14:30-18:30. Sono inoltre presenti sportelli decentrati nei comuni di Coriano, Misano, Morciano di R., Riccione, San Clemente e San Giovanni in M. contattabili telefonicamente al numero 335 7661501 disponibile 24h. I servizi erogati sono gratuiti e sono i seguenti: Ascolto, Accoglienza, Consulenza psicologica, Consulenza legale, supporto ai minori vittime di violenza assistita, Orientamento al lavoro, Orientamento all'autonomia abitativa. 

"In questi giorni sono state davvero tantissime le persone che, pubblicamente o privatamente, mi hanno scritto per manifestare la loro solidarietà in seguito alle frasi offensive nei miei confronti, e non solo, apparse su alcuni muri della città - ha dichiarato il sindaco di Santarcangelo, Alice Parma. - Si tratta di una dimostrazione di vicinanza e sensibilità che vale la pena di sottolineare pubblicamente: in primo luogo, per ringraziare tutti quelli che hanno deciso di portarmi una parola di gentilezza, in secondo luogo perché queste manifestazioni sono il miglior strumento per contrastare un modo sprezzante e offensivo di concepire e pensare le donne. Un modo di pensare che proprio oggi manifesta i suoi effetti con episodi di violenza verbale che, oltre a me, hanno coinvolto di recente anche le agenti della Polizia locale di Rimini, oggetto di pesanti insulti sessisti sui social: a loro vanno il mio sostegno e la mia solidarietà. Proprio alle porte della Giornata internazionale contro la violenza alle donne (25 novembre), vorrei sottolineare che mobilitarsi per denunciare pubblicamente una cultura che ancora persiste in alcune pieghe della nostra società, dove la parità dei diritti e l’emancipazione sono visti come una minaccia e non come un’opportunità, è un atto coraggioso quanto doveroso. “Questo problema non è un incidente: è culturale” ha affermato in un recente discorso al Congresso Usa la deputata Alexandra Ocasio-Cortez, oggetto anch’essa di pesanti insulti da parte di un collega. Il senso del messaggio della deputata è che queste parole non possono in nessun caso essere perdonate, poiché questo significherebbe tollerare un linguaggio violento contro le donne. E tollerare un linguaggio violento significa dare spazio e giustificazione ad atteggiamenti violenti nei confronti delle donne.
 
"Il risultato - prosegue il sindaco - è un’escalation che passa dagli abusi psicologici a quelli fisici, nel segno di una perversa idea di possesso che sfocia da un lato in fenomeni di violenza, dall’altro in restrizioni della libertà della donna. I primi, che troviamo ormai giornalmente sulle cronache dei giornali, non si sono fermati nemmeno nei mesi del più rigido lockdown: da marzo ad aprile Istat registra oltre 1.500 telefonate al numero verde 1522 per denunciare una violenza, mentre i dati dell’agenzia delle Nazioni Unite mostrano un aumento del 20% di femminicidi in tutti i 193 Stati membri. Un tipo di violenza diversa, ma non meno grave, è quella che stanno invece contrastando le migliaia di donne polacche del movimento “Ogólnopolski Strajk Kobiet”. Con le drastiche limitazioni di accesso all’interruzione di gravidanza imposte dalla Corte costituzionale polacca, assistiamo infatti una regressione dei diritti delle donne in tutto il Paese. Episodi di violenza verbale e fisica, minacce e mancati riconoscimenti dei diritti delle donne sono fenomeni gravi e all’ordine del giorno: per questa ragione, nonostante le difficoltà determinate dall’emergenza sanitaria, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne abbiamo voluto comunque continuare a stimolare un dibattito pubblico attraverso iniziative e spunti di riflessione sul tema".
 
"È in corso - conclude la Parma - fino a mercoledì 25 novembre “Sisterhood”, l’iniziativa che vuole innescare un pensiero sulla rimozione delle donne nel tessuto culturale e sulla violenza quotidiana delle parole e dei comportamenti, attraverso i testi di alcune autrici interpretati da undici attrici e diffusi attraverso altoparlanti, filodiffusione, messaggi smartphone e social. Dal 25 novembre al 10 dicembre – anniversario della Dichiarazione dei diritti umani – la Torre civica di Santarcangelo sarà illuminata di arancione, colore-simbolo di un futuro senza violenza basata sul genere, nell’ambito dell’iniziativa “Orange the world”, lanciata da Un Women (Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne) e promossa in Provincia di Rimini dal Soroptimist Club International".

Continuare a promuovere iniziative mirate al contrasto della violenza sulle donne, coinvolgendo gli enti locali, anche sul fronte della sensibilizzazione, e sostenere, sul piano nazionale, l’istituzione di un Osservatorio e di un sistema di monitoraggio sulla violenza di genere, concertato coi Centri antiviolenza. È l’obiettivo della risoluzione presentata questa mattina, a firma della Presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti, condivisa da tutti i Gruppi assembleari politici, e votata all’unanimità. Il documento invita, inoltre, a definire al più presto il nuovo Piano triennale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, tenendo conto delle difficoltà vissute in primis dalle donne nel particolare contesto dovuto all’emergenza sanitaria.

“Sul fronte del contrasto alla violenza sulle donne – ha sottolineato la Presidente Petitti – la nostra Regione si è distinta in questi anni per l’efficace sinergia tra enti pubblici e privati, col mondo dell’associazionismo e del volontariato, con gli Organi di Garanzia e con la collaborazione della Consigliera di parità. Un lavoro di rete che ha permesso di strutturare percorsi di accompagnamento delle donne per uscire dal tunnel dei maltrattamenti. In continuità con il buon lavoro fatto vogliamo aggiungere nuove azioni per contrastare la violenza di genere, perché il fenomeno, soprattutto nel periodo del lockdown legato alla pandemia, ha evidenziato una recrudescenza. È quindi un valore aggiunto e un ottimo risultato che questa risoluzione sia stata votata all’unanimità dall’Assemblea legislativa”. Nella risoluzione si chiede infine di evidenziare, in sede di Conferenza delle Regioni e della Conferenza Stato­ Regioni, la necessità di un impegno finanziario e di pianificazione adeguato alla sfida strategica di superare la violenza contro le donne, avvalendosi anche di risorse europee destinate alla ripresa, da utilizzare sui territori grazie all’impegno della Regione su questo tema. “Anche nella fase emergenziale legata alla pandemia l’Emilia-Romagna ha dimostrato una straordinaria capacità di fare rete nel gestire le criticità legate alla violenza sulle donne che durante i mesi di lockdown, soprattutto tra le mura domestiche, è purtroppo aumentata. In questi anni - ha commentato la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti - la nostra Regione ha costruito un sistema di prevenzione e protezione per fronteggiare al meglio le emergenze e sono certa che si continuerà sul percorso tracciato potendo contare su punti di forza come il lavoro di squadra tra enti, le sinergie tra pubblico e privato e la piena collaborazione tra Giunta e Assemblea legislativa. Credo sia altrettanto importante agire sul fronte della prevenzione e invito le donne a denunciare: non siete sole. Esiste, ed è efficientissima, una rete di assistenza e protezione che può accompagnarvi fuori dal tunnel. Troviamo tutti quel coraggio per dire basta alla violenza”.

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