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Cronaca

Cyberbullismo, social network e sicurezza a tu per tu con le scuole

L'evento è stato promosso dall'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna con la Consulta Provinciale degli Studenti all'interno del progetto "C'entro anch'io", in collaborazione con il Comune di Rimini, Assessorato alle politiche della famiglia

Prevenire episodi di cyberbullismo attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della parola, fornire a studenti e docenti un panorama quanto più esaustivo possibile in tema di uso e abuso dei social network: sono gli obiettivi principali di “Like – storie di vita on line”, format giornalistico-teatrale ideato da Luca Pagliari che approda al Teatro degli Atti di Rimini per incontrare insegnanti ed alunni delle scuole medie e superiori della provincia.

L’evento è stato promosso dall’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna con la Consulta Provinciale degli Studenti all’interno del progetto “C’entro anch’io”, in collaborazione con il Comune di Rimini, Assessorato alle politiche della famiglia. “Like – storie di vita online”, è costruito attraverso un costante intreccio tra narrazione, filmati e musica.

Pagliari prende spunto da una drammatica vicenda di cronaca avvenuta a Roma il 20 novembre 2012: il quattordicenne Andrea Spezzacatena, studente del Liceo Cavour, si tolse la vita all’interno della propria abitazione. Solo in un secondo momento la famiglia scoprì che Andrea era stato vittima di pesanti attacchi alla sua persona, mediante Facebook. Andrea era semplicemente un ragazzo originale e poco incline alle regole del branco: questo è stato sufficiente per farlo ritrovare al centro di una crudele persecuzione telematica.

“Da giornalista ben conosco il peso delle parole e quanto sia importante valutarne il peso: oggi, attraverso i social network o le chat, chiunque può sporcare le vite altrui, spesso sono macchie indelebili. Per questo una campagna di questo tipo è particolarmente importante", spiega l’autore. “Like – Storie di vita on line” non lancia accuse e non intende processare alcuno ma ha l’obiettivo di fornire un mezzo di prevenzione, spalancando le porte a una riflessione difficile, dura e costruttiva. Il fine ultimo è quello di generare consapevolezza.

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