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Cronaca

Lo storico 'buttafuori' si racconta: dalle risse al Cocoricò al concerto di Vasco nel '96

Massimo 'Macho' Affronte racconta trent'anni di esperienza nel mondo degli eventi: "Il nostro mestiere è culturalmente cambiato e oggi bisogna studiare tanto. Ma chi si occupa di redarre i piani di sicurezza dovrebbe farsi prima un po' le ossa sul campo"

Dalle risse tra bande al Cocoricò all'ultimo concerto di Vasco al Romeo Neri nel 1996, passando per il Rimini Calcio, il Congresso nazionale del M5S, la finale di Champion's League con il Real Madrid. E quella volta con il sultano degli Emirati al Grand Hotel. Tante curiosità per la prima di 'Safety & Security', nuovo saggio pubblicato da Albatros che, come spiega il suo autore Massimo Affronte, "ogni ragazzo che si appresta a fare questo mestiere dovrebbe tenere sul comodino".

Il mestiere in questione è quello della sicurezza o, come si dice ancora in gergo, quello del "buttafuori". Massimo "Macho" Affronte, riminese, esperto di sicurezza e titolare dell'agenzia SGS, ha presentato il suo primo libro al Mamì Bistrot assieme al giornalista Simone Bertozzi. Non solo un manuale per addetti ai lavori, infarcito di aneddoti personali e talvolta divertenti di una carriera trentennale, ma un vero e proprio amarcord collettivo. Uno spaccato, per quanto di settore, della cosiddetta "golden age". Quando in riviera a farla da padrone erano le discoteche ma la sicurezza dei locali, non ancora inquadrata giuridicamente, era affidata a omoni reclutati nelle palestre che, come si ricorda nel libro, a volte preferivano picchiare piuttosto che dialogare.

"Io, per quanto piuttosto pacifico, sono cresciuto con la vecchia guardia - spiega Affronte - Per cui la mia non è una critica a quel mondo, ma un'analisi tecnica su come il nostro mestiere sia in effetti cambiato. Sicuramente in meglio. Oggi si preferisce prevenire o quanto meno contenere il rischio e, dove possibile, evitare lo scontro fisico. Ma in quegli anni era molto pericoloso e spesso le maniera forti erano davvero l'unica soluzione. Forse perché girava anche molta droga. Non so se più o meno rispetto ad oggi, ma ricordo che ogni sera consegnavamo alle forze dell'ordine almeno un paio di spacciatori".

Il libro affronta ad ogni capitolo un aspetto diverso della sicurezza, dagli steward nelle grandi manifestazioni sportive ai concerti musicali, dalla protezione dei vip fino all'antitaccheggio nei negozi. Procedendo tra normative, aneddoti e una serie di consigli informali snocciolati con piglio paterno o da quel fratello maggiore che certe cose le ha passate e vissute prima sulla propria pelle. "Spero che il libro possa servire a far capire il mondo della security agli addetti ai lavori o a chi vorrà avvicinarsi a questo bellissimo ma delicatissimo mestiere che tutti possono fare, ma non è per tutti. Oggi studiamo tanto e la teoria è importante, ma resta un mestiere che si impara solo sul campo. Anzi, senza voler far polemica, consiglio anche a chi dall'alto si occupa di redarre i piani sicurezza di farsi prima qualche anno con noi sul campo. Spesso quello che sulla carta può sembrare fattibile si scontra con il buon senso della pratica. E non è dettaglio da poco".

Capita che alcuni provvedimenti normativi arrivino solo in seguito a episodi tragici o fatti di cronaca particolarmente gravi. "Se nel mondo dei locali lo spartiacque resta il Decreto Maroni del 2009, che ha regolamentato il nostro lavoro e introdotto la figura dell'addetto ai servizi di controllo, anche per gli stadi si è aspettata la morte dell'Ispettore Raciti prima di intervenire. Così come per le manifestazione pubbliche i controlli e le misure preventive sono diventate più rigide solo dopo la strage terroristica di Nizza nel 2016. Ma il vero problema è che spesso, assoppita l'attenzione dei media e smaltita l'ansia del post tragedia, si ritorna ad allentare la presa. Insomma, non riusciamo a imparare nemmeno dai nostri errori".

Da bodybuilder picchiatore ad assistente dei clienti. Oggi la figura dell'addetto ai servizi di controllo (Asc) non è solo normata giuridicamente, ma richiede una serie di skill e nozioni che vanno dalle tecniche di difesa personale al primo soccorso, dall'anticendio all'area psicologico-sociale con la Pnl (Programmazione Neuro Linguistica). "Probabilmente con questa preparazione avrei evitato tanti errori in passato. Ma il nostro è un mestiere che si impara soprattutto sul campo, quindi l'esperienza e gli errori fanno parte del gioco. Di certo sono cambiate tante cose rispetto agli anni '80-90. Non solo sul piano normativo, ma proprio culturale. Ricordo che nel mio primo giorno di corso, il funzionario di polizia che ci insegnava l'area giuridica disse che chi aveva precedenti penali era meglio che non buttasse soldi perché tanto non gli avrebbe mai rilasciato l'attestato. Due si alzarono e se ne andarono".

Insomma, sembra passato un secolo dagli anni d'oro del Rockisland, del Velvet e del Cocoricò quando i buttafuori, abituati alle maniere spicce, erano costretti a sedare almeno un paio di risse a serata. Proprio come nel film il Duro del Road House, con Patrick Swayze, che Macho – come ancora lo chiamano gli ex colleghi – conosce a memoria.

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