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Cronaca

Lupi nell'entroterra, Coldiretti denuncia l'ennesima strage di un gregge

Giuseppe Salvioli, Presidente Coldiretti Rimini, lancia l'allarme: "Una vera e propria mattanza senza fine"

"Una vera e propria mattanza senza fine". Non usa mezzi termini Giuseppe Salvioli, Presidente Coldiretti Rimini, nel definire l’emergenza – purtroppo ormai cronica – relativa agli attacchi da parte di lupi cui sono soggetti gli allevamenti, e in generale i danni in agricoltura provocati dalla fauna selvatica in tutto il territorio riminese. Nell’ultimo mese, a Pennabilli gli attacchi a mandrie e greggi si sono moltiplicati. Attacchi senza soluzione di continuità e lupi che vanno a caccia anche di giorno. Risale a lunedì scorso 4 settembre l’ultimo assalto, di particolare violenza, ai danni dell’allevamento ovino dell’azienda agricola F.lli Corelli  di Pennabilli. Pesantissimo – come certificato dai veterinari Ausl intervenuti sul posto per gli accertamenti di rito, veterinari che hanno poi confermato trattarsi di lupi – il bilancio finale dell’attacco: 7 i capi uccisi, 5  quelli feriti alla gola. Questo nonostante la presenza di cani pastori maremmani a guardia del gregge ed il ricovero notturno degli animali in stalla. La stessa azienda aveva subito a fine agosto un attacco analogo nel corso del quale erano state uccise due pecore.

Lunga la serie di attacchi segnalati in questi mesi in alta Valmarecchia: il 13 giugno è stato aggredito e ucciso un vitello dell’ azienda agricola Giacinto Novelli di Casteldelci; il 05 luglio è stata ritrovata la carcassa di un vitello ucciso dell’azienda agricola Maurizio Serafini in località Cà Baroccio a Pennabilli; il 24 luglio è l’azienda agricola di Daniele Zerbini a subire un attacco di lupi che hanno sbranato un vitello in località Miratoio; il 03 agosto sono stati predate e uccise 5 pecore presso l’azienda agricola  Assunta Tagliaventi nel Comune di Pennabilli; tutti i verbali di accertamento stilati dai veterinari competenti confermano che si è trattato di lupi.

Davanti a questo sfacelo gli agricoltori/allevatori si sentono totalmente inermi – afferma Salvioli – che ricorda  la ‘bocciatura’ del ‘Piano nazionale di gestione e conservazione del lupo’ presentato a febbraio 2017 dal Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti con la validazione di ben 70 scienziati e bloccato con un dietrofront unanime dei presidenti delle Regioni su richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Dalla Regione – sottolinea la Coldiretti - ci attendiamo ora la stessa responsabilità nella difesa degli allevamenti e dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Non si possono lasciar morire pecore e vitelli e costringere alla fuga  famiglie che da generazioni popolano le montagne. Senza gli allevatori – conclude Salvioli - le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.

Come organizzazione di categoria – interviene Anacleto Malara Direttore di Coldiretti Rimini – Coldiretti da tempo sta denunciando una situazione intollerabile, di fronte alla quale occorre che Sindaci ed Enti locali si facciano portavoce convinti presso le istituzioni preposte dei disagi che stanno vivendo gli allevatori, per tutelarne doverosamente il lavoro e quindi il reddito, garantendo la loro permanenza in territori già di per sé stesso difficili e realisticamente a rischio di spopolamento, ricordando che a fronte dei costi dei mezzi di prevenzione di “difesa” dal lupo non corrisponde assolutamente un aumento dei prezzi dei prodotti venduti, che, anzi,  spesso subiscono la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero e spacciati come italiani. 

Agricoltori e allevatori – aggiunge Giorgio Ricci  vice Direttore di Coldiretti Rimini – oltre a dover fare la conta dei danni diretti, ossia gli animali uccisi, subiscono infatti anche pesanti perdite economiche indirette per i quali non è prevista alcuna forma di indennizzo. In seguito agli attacchi da lupi, infatti, ci sono le pecore che si disperdono e quelle che pur sopravvivendo sono ferite e necessitano di cure veterinarie, altre abortiscono e perdono gli agnelli, in generale lo stress subito dagli animali causa drastiche riduzioni della produzione di latte con importanti danni economici. I risarcimenti – afferma Ricci – devono quindi essere congrui rispetto al valore complessivo dei danni subiti perché i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma solo un dovuto sostegno a chi deve ricostituire una azienda compromessa da fattori esterni, come i lupi  che in condizioni normali, nelle nostre realtà territoriali, non dovrebbero potersi spingere fino al recinto di una mandria o di un gregge.

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