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Cronaca

Lutto nel Borgo Sant'Andrea, si è spenta "la sindaca" Isotta Frisoni

Storica animatrice del quartiere e tra gli organizzatori della festa tanto da guadagnarsi la fascia tricolore onoraria

Si è spenta all'età di 92 anni Isotta Frisoni, la celebre "sindaca" del Borgo Sant'Andrea. Di ferrea fede Repubblicana, insieme ad altri residenti si diede da fare per intitolare il quartiere a Mazzini. Nel corso degli anni, poi, ha sempre animato il borgo e la sua festa tanto che nel 2007 per nel corso dei festeggiamenti venne nominata "sindaco onorario" con tanto di fascia tricolore. La scomparsa della 92enne, dovuta a una serie di acciacchi, ha gettato lo sconforto tra i residenti che la ricordano con grande affetto per il suo impegno pluriennale nel quartiere. I funerali sono stati fissati per giovedì alle 15 nella chiesa di San Gaudenzo in piazza Mazzini.

“Un borgo che ha amato profondamente dal primo all’ultimo giorno – è il ricordo del sindaco Andrea Gnassi – che ha contribuito a far crescere, che ha animato, che ha difeso, grazie alla sua inesauribile voglia di fare, alla sua contagiosa allegria e soprattutto con la tenacia tipica di quella generazione di donne e di uomini che ha la pelle segnata da tante cicatrici, ma che proprio per questo si aggrappa alla vita con passione e senza mai tirarsi indietro. Fervente ‘mazziniana’, fede ereditata dal padre storico scultore (e orgogliosa della foto originale dei mazziniani riminesi fatta al Borgo), non c’era momento della vita della ‘sua’ comunità in cui lei non ci fosse, dalla presenza quotidiana a piedi o con la sua bicicletta, fino alle feste del Borgo di cui oggi siamo forzatamente privati e che servono a ricordarci da dove veniamo. Una donna sincera e garbata, ben voluta da tutti, una donna che ha vissuto pienamente il Novecento e l’inizio del nuovo millennio sempre con lo sguardo avanti.  Isotta per me era, è, il simbolo di cosa significhi vivere il presente restando fedeli alle proprie radici. E grazie a donne e persone come Isotta che sentiamo di appartenere, che sentiamo da dove veniamo. E anche un po’ le cose che contano. La sua presenza, la sua generosità, le sue battute in dialetto, per strada, in una festa, in un’iniziativa di volontariato. Parlavamo, le chiedevo, ascoltavo. I bombardamenti, i morti in via Montefeltro, gli operai alla fornace, i nuovi lavori della città (e ultimamente i disagi per quelli delle fogne, "lì dré, in via Melozzo da Forlì"). Una memoria orale preziosa, che ci mancherà. Che ci ha insegnato. “Lò, e su bà, lêa…”. Storie di uomini e donne della nostra città, delle cose che sai di lei, di un borgo. Tra queste, una a cui teneva che ha voluto regalarmi. “La tu nona. La faseva la modista. E i tù ì aveva na butega. Dop la guera, lêa la cipasôe a brusè i quaderni ndov la zeinta la sgneva parché i n’aveva un french da paghè. Arcordte enca te ades a la povera zeinta”. Ciao Isotta, ti abbracciamo tutti, ci mancherai. Tu che anche nei momenti dure che hai attraversato in questi anni sei stata un punto di riferimento per tutti, dai quasi coetanei ai ‘nuovi’ concittadini. Ti arrivi forte il mio abbraccio, che allargo a nome dell’Amministrazione Comunale alle figlie Paola e Franca e a tutti coloro, tantissimi, che ti porteranno nel cuore”.  

"Ci eravamo sentiti telefonicamente una decina di giorni fa - la ricorda l'assessore Jamil Sadegholvaad. - Era già ricovererata in ospedale e, nonostante gli acciacchi, mi parlava di cosa avremmo dovuto organizzare al suo rientro a casa. Non è andata così. Ciao Isotta, mi mancherai".

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