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Cronaca Misano Adriatico

Ubriaco picchia a sangue il padre, la sorella e il cognato

I famigliari mandati in ospedale dopo i pestaggi, per l'uomo violento è scattata la misura della libertà vigilata con l'obbligo di effettuare cure e controlli periodici al Centro Salute Mentale

Si è concluso l'incubo di una famiglia del riminese che, negli ultimi due anni, è stata costretta a sopportare i soprusi di un 54enne che dipendente dall'alcol non perdeva occasione per alzare le mani sui propri famigliari. A farne le spese erano il padre, la sorella e il cognato che alla fine hanno trovato il coraggio di denunciarlo ai carabinieri di Misano con le indagini dell'Arma coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani che hanno permesso di chiedere e ottenere dal gip del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini la misura della libertà vigilata con l'obbligo di effettuare cure e controlli periodici al Centro Salute Mentale e al SerDP di Rimini. I famigliari del 54enne, nel corso del tempo, erano finiti più volte al pronto soccorso per farsi medicare compreso il padre 90enne dell'uomo che tornando a casa ubriaco si trasformava in una furia diventando sempre più violento. Insensibile a qualsiasi supplica da parte delle sue vittime, era solito urlare ai suoi parenti “Vi ammazzo tutti, io vado in galera ma quando esco vi ammazzo tutti”. 

Anche l'anziano padre veniva ripetutamente picchiato tanto che, lo scorso novembre, al culmine dell'ennesima aggressione era stato spintonato a terra cadendo e sbattendo violentemente la testa sul pavimento. In seguito a questo, il 90enne era stato costretto a ricorrere al pronto soccorso per un trauma cranico. Nel mirino c'erano anche il cognato, che in un'occasione era stato preso a testate in faccia, e la sorella, presa per i capelli e sbattuta contro una porta. Con l'arrivo del provvedimento restrittivo, il 54enne oltre a farsi curare sarà obbligato a comunicare la propria dimora e tutti gli spostamenti e non potrà allontanarsi dalla provincia senza il consenso del giudice. La violazione degli obblighi, infatti, porterebbe all'aggravamento della misura con l’internamento in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS).

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