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Cronaca

Manifesti contro la pillola abortiva vietati, il Comune continua la battaglia legale

L'amministrazione riminese dopo una prima vittoria davanti al Tar affronterà il ricorso presentato dalle associazioni al Consiglio di Stato

Il Comune di Rimini ha deciso di continuare la sua battaglia giudiziaria resistendo nel giudizio dinanzi al Consiglio di Stato ai ricorsi presentati dell’Associazione Pro Vita e Famiglia Onlus sulla campagna di manifesti del 2020 contro l’uso della pillola abortiva RU 486. All'epoca l'amministrazione riminese ne aveva vietato l'affissione dei poster raffiguranti una donna stesa per terra con un mela rossa accanto, accompagnata dalla scritta “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486. Mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”.  Una campagna di comunicazione contenete un’ informazione che la Giunta aveva ritenuto "idonea a ingenerare in maniera ingiustificata allarme per la salute e la vita delle donne che ne fanno uso” - visto che - “ il farmaco oggetto della campana d’informazione in parola risulta essere approvato dal’AIFA , Agenzia Italiana del Farmaco”. Una decisione confermata anche dal Tribunale Amministrativo Regionale dell'Emilia-Romagna che, con ordinanza cautelare del marzo 2021,  aveva respinto il ricorso presentato dall’Associazione “Pro Vita e Famiglia” con il quale si chiedeva l'annullamento del diniego di affissione. L'associazione, quindi, ha presentato ricorso e adesso le valutazioni toccheranno ai giudici del Consiglio di Stato.

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