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Cronaca

Spiata e filmata dal maniaco mentre si spoglia nella cabina della spiaggia

Brutta avventura per una turista finita nel mirino del guardone, la vittima: "Quello che più mi ha infastidito è stato il modo di fare del bagnino"

E' ancora infuriata e sotto choc la turista bolognese, originaria di Rimini, rimasta vittima di un maniaco sulla spiaggia. "Ho anche scritto una lettera al sindaco Gnassi - spiega la signora - per raccontargli l'accaduto e per chiedergli che abusi del genere non capitino più a nessuno oltre che per fargli presente il comportamento tenuto dal bagnino". Il parapiglia si è consumato domenica 10 giugno, in uno stabilimento balneare di Marina Centro, quando la signora ha deciso di affittare una cabina con doccia privata per lavarsi e cambiarsi prima di cena. "Erano le 19 - racconta Simona (nome di fantasia) - e mentre io mi stavo facendo la doccia mio marito si stava cambiando, lui ha alzato lo sguardo e ha visto una mano che impugnava un cellulare intento a filmarci dalla feritoia. Il mio coniuge è subito uscito per andare a bussare alla cabina di fianco dalla quale, dopo un po', è uscito un signore 60enne che conoscevamo come cliente abituale dello stabilimento. In un primo momento ha negato di avere un telefonino ma, alla fine, mio marito ha trovato lo smartphone che ci stava filmando".

Ne è nato un alterco e, come la stessa vittima ci ha raccontato, "E' intervenuto il bagnino che, notando la scena e capito cosa era successo, ha cercato in tutti i modi di minimizzare l'accaduto. Io ero shockata e volevo chiamare la polizia, ma tutti i responsabili del bagno continuavano a banalizzare i fatti e a difendere il maniaco, come se lui avesse fatto una sciocchezza e noi stessimo esagerando. Il mio primo pensiero, dal momento che ero sconvolta per quanto accaduto, è stato quello di chiamare le forze dell'ordine e, visto che ero ferma nel mio intento, il signore che ci aveva filmato ha confessato dicendo testuali parole: 'ho fatto una cazzata, più che chiedervi scusa non so che altro fare'". 

"Per fortuna - prosegue Simona - un carabiniere fuori servizio e sua moglie mi hanno gentilmente offerto dell'acqua e fatta sedere per farmi calmare. E' stato a questo punto che il gestore del bar mi ha allontanata malamente dicendomi: 'questa scena è penosa, vi chiedo di andare via dalla mia proprietà'. La cosa che più mi ha spaventata e ferita è stato proprio questo atteggiamento di omertà e di voler coprire questo cliente abituale. Il bagnino continuava chiedermi di lasciar perdere, come se tutto potesse risolversi con una pacca sulla spalla. Mi domando, potevo trovarmi nello spogliatoio con mio nipote, questo signore che uso ne avrebbe fatto dei video ripresi? Anche dopo l'arrivo delle forze dell'ordine la situazione non è migliorata. Il maniaco ha dichiarato che il video era stato fatto per sbaglio, mentre appoggiava il telefono sulla feritoia e i poliziotti mi hanno sconsigliata di denunciarlo, in quanto questo avrebbe portato solo spese legali da parte mia. Arrivo a un punto in cui percepisco che dovrei vergognarmi di aver subito questa violazione della mia privacy. Come se avessi creato un caos per nulla".

"Qualcuno - conclude la vittima - me lo ha detto anche in faccia: 'vergognati di aver chiamato la polizia e di aver fatto queste scenate di fronte a tutti, perché si tratta solo di un video e null’altro'. Io non ho colpe di quello che è successo, ma comunque non posso fare a meno di sentirmi a disagio nel tornare in quel bagno, in cui i miei cognati hanno noleggiato l’ombrellone per tutta la stagione, come se avessi fatto un torto a qualcuno. Io e mio marito abbiamo comunque deciso di procedere con la denuncia perché speriamo che atti del genere non vengano mai accettati. Poteva esserci chiunque all’interno dello spogliatoio, una madre con un bambino, degli adolescenti, mio nipote, e non ce la facciamo proprio a chiudere la questione con una risata. Spero che abusi del genere non capitino più a nessuno".
 

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La replica dalla Questura

In merito alla notizia, diffusa da diversi media, la Questura precisa che: "L’intervento è stato effettuato da una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale - Soccorso Pubblico; gli operatori, acclarati i fatti, hanno proceduto, sul posto, al sequestro dello smartphone utilizzato ed all’identificazione del soggetto che aveva posto in essere la condotta. 
Benchè il reato fosse procedibile d’ufficio, è stata anche acquisita la denuncia-querela della parte offesa, ed il giorno 11, il giorno seguente ai fatti, è stata informata l’Autorità giudiziaria con rituale notizia di reato. Data la delicatezza del fatto-reato, l’Ufficio ha mantenuto il più stretto riserbo al fine di tutelare le parti offese".

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