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Cronaca Riccione

Mascherine a 50 centesimi, Mignani: "Per le farmacie non è sostenibile e in più i fatturati sono crollati"

Il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Rimini non ha dubbi: "In questo momento la vendita a quel prezzo costringe ad andare in rimessa"

Mascherine a 50 cent, i farmacisti: "Prezzo insostenibile, andremmo in rimessa"
Un prezzo calmierato a 50 centesimi. E' questa la direttiva sulle mascherine chirurgiche annunciata per la Fase 2 dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A partire dal 4 maggio, a detta del premier dovrebbero essere vendute nelle farmacia a un prezzo intorno a 0,50 centesimi. A stabilire il nuovo prezzo di vendita è un'ordinanza del commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Un modo per evitare truffe e speculazioni, ma è un'ipotesi sostenibile per le farmacie? A togliere ogni dubbio è il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Rimini Giulio Mignani, titolare della farmacia Dell'Amarissimo di Riccione, storica attività aperta nel 1912 in viale Ceccarini, a Riccione. "In questo momento il prezzo non è sostenibile - spiega Mignani - perché noi acquistiamo a una cifra molto più alta. La situazione è cambiata, basti pensare che nel dicembre 2019, pochi mesi fa, un pacco da 50 mascherine costava circa 5 euro, quindi 10 centesimi l'una, più si aggiunge qualcosa di ricarico, ma sempre poco perché sono dispositivi di medicazione, quindi la vendita poteva essere sui 25 o 30 centesimi". Appare chiaro che anche l'eliminazione dell'iva ipotizzata dal presidente Conte non sarebbe sufficiente a compensare tale differenza, oltre al fatto che il guadagno per il farmacista sarebbe zero.
E adesso?
"Comprare le mascherine chirurgiche costa circa 95 centesimi, si possono trovare se si ha fortuna nella ricerca anche a 80 centesimi, quindi non siamo più a 10 centesimi d'acquisto. Naturalmente mi riferiscono solo a dispositivi certificati".
Lei a quanto le vende?
"A 1,16 euro, ho deciso di non guadagnarci, non faccio alcun ricarico. Quindi sono i 95 centesimi più l'iva. E se mi vengono pagate col bancomat vado in perdita".
Cinquanta centesimi è quindi la metà di quanto costano adesso a voi.
"Esattamente. I conti sono questi. Quando si riusciranno a comprare a 30 centesimi si potranno vendere a 50, ma se le devo comprare a 1 euro e venderle a 50 centesimi... Ci mettono nella condizione di rimetterci. La domanda è schizzata così in alto che sarà difficile tornare ai prezzi orginari".

Verreste però rimborsati.
"Sì, è quello che ci è stato detto. La situazione non è facile neanche per noi, a molti colleghi la cassa integrazione non arriva, il bazooka di investimenti anticipato dalla regione vediamo quando partirà e, nel frattempo, aspettiamo tutti".
E quindi?
"Non escludo che prossimamente potranno esserci carenze. Se una farmacia deve comprare duemila euro di mascherine e venderle a mille, in attesa di ricevere gli altri mille dallo Stato non so in quanti riusciranno a investire. I fatturati per molte farmacie sono già crollati di per sé. C'è il deserto intorno".
Anche nella sua attività?
"Io sono una farmacia turistica, lo scenario si presenta da sé".
E sull'uso delle mascherine?
"Ho sempre i miei dubbi sui comportamenti delle persone perché se usi la mascherine, ma ti tocchi occhi e bocca allora non servono a molto. Fino a quando non ci sarà il vaccino consiglio sempre di rispettare al massimo distanziamento sociale, altrimenti non se ne esce".
 


 

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