rotate-mobile
Cronaca Bellaria-Igea Marina

MasterChef perde un pezzo di Romagna ma Aquila vola in alto vincendo la MisteryBox

Per Cristiano Cavolini finisce l'avventura nella cucina, il maitre di Bellaria deve affrontare il Pressure Test ma riesce a superarlo

Non c’è certo la ricerca di un low profile nell’apertura dell’ottavo appuntamento di MasterChef 10. I giudici discettano di massimi sistemi: “Oggi parliamo dell’Universo” esordisce Giorgio Locatelli spiegando che le filosofie orientali e occidentali da sempre hanno posto pongono l’accento sul rapporto dell’uomo con i quattro elementi della natura, acqua aria terra e fuoco, e l’equilibrio tra essi “fondamentale per la sopravvivenza di ogni ecosistema e per la vita umana”. Questi quattro elementi sono presenti in noi e il loro bilanciamento determina chi siamo” gli fa eco Bruno Barbieri. Ecco allora che un po’ a tutti gli 11 concorrenti rimasti in gara cercano di capire quale elemento prevalga in sé. “Mi sento molto fuoco” dice Francesco Aquila, Irene è associata più all’aria. Il serafico Maxwell si sente più vicino all’acqua, su cui usava navigare con la sua barca nel mare del Maine. Acqua per Eduard, che viene da un’isola – Santo Domingo – ed è cresciuto circondato dall’acqua, e per Jia Bi, secondo cui è principio di tutto. “Soprattutto questi quattro elementi, conclude Antonino Cannavacciuolo, sono presenti in cucina”.
Tutto il discorso è finalizzato a introdurre la Mystery Box, che però è doppia. C’è quella di acqua che non è nascosta, ma lascia trasparire gli ingredienti: bottarga, fegato di pescatrice, lattuga di mare, lattume di tonno, canocchie, scorfano, percebes, uva di mare, uova di seppia. E poi c’è quella davvero misteriosa, da scegliere al buio.

Le foto della puntata (4 febbraio)

Già da subito gli studenti della masterclass di SkyUno sono quindi obbligati a fare una scelta: andare sul sicuro o scommettere sugli ingredienti nascosti?
A sorpresa, quasi tutti, a parte Eduard e Jia Bi, hanno scelto scelgono l’aria. E hanno trovato aghi di pino, carrube, castagne, colombaccio, farina di olmo rosso, foglie di moringa, cachi, rambutan, rigaglie di volatile e uova di anatra. In 45 minuti dovranno usare tutti gli inusuali prodotti. Le maggiori difficoltà si rivelano a quelli che hanno tentano di usare la farina per una pasta (come Monir e Azzurra), che ovviamente, essendo una farina di corteccia, priva di glutine, è quasi impossibile da impastare in un composto omogeneo.
 Tra un errore e l’altro, si arriva al fatidico: “mani in alto, il tempo è finito”. Una prova indubbiamente difficile. “Volevamo alzare il livello” commenta Barbieri, ma giustamente Cannavacciulo fa notare: “Qui non abbiamo alzato il livello, gli abbiamo fatto proprio male”. Comunque alcune buone proposte ci sono. I migliori risulteranno Max, che con le uova ha fatto due omelette diverse, Eduard, che convince con un piatto di mare molto elegante, e Aquila. Proprio quest’ultimo ottiene i maggiori consensi e viene ammesso al faccia a faccia con lo chef ospite, Terry Giacomello: su tre dei suoi piatti avanguardisti i cuochi amatoriali devono basare la successiva prova protagonista dell’Invention Test.

Giacomello, una stella Michelin con il suo ristorante Inkiostro di Parma, uno dei talenti più creativi e tecnici del panorama italiano – non a caso premio “innovazione” nella Guida I Ristoranti d’Italia dell’Espresso -  è un esponente della cucina cosiddetta tecno-emotional: grande tecnica e tecnologia al servizio si sensazioni ed emozioni. I piatti presentati, con alto valore estetico, sono in ordine di difficoltà, rispettivamente: uno a base di fagioli inoculati con una muffa e fermentati, uno con carne di alce e sapori del bosco, incluse piccole pigne cotte, e un’insalata di oltre 40 erbe spontanee con alternanza di sapori che virano dal dolce all’amarissimo, sapido e piccante, difficili da tenere in equilibrio tra loro. Aquila ha la possibilità non solo di fare domande sui singoli ingredienti, ma anche di assegnare ai suoi colleghi-rivali le diverse preparazioni. Tiene per se stesso, per mettersi alla prova, il più difficile. Poi  assegna il fagiolo a Jia Bi, Max, Eduard e Monir, da lui premiati perché “persone vere”. L’insalata ‘folle” è assegnata a Antonio, Azzurra, Federica. A Valeria, Cristiano e Irene, il piatto di alce. Senza dubbio una prova grattacapo per tutti.

Alla fine dei 45 minuti Giacomello assaggia i risultati. E non risparmia giudizi schietti, a volte duri. Come quello a Federica: “L’impiattamento non è il massimo, sembra la lapide di un morto. E come gusto è sbilanciato sull’acido”. A lei anche il rimprovero di Cannavacciuolo per aver voluto cuocere un ingrediente, il cactus, che doveva rimanere crudo. Ad Azzurra, che si è intestardita a friggere alcune erbe, nonostante durante la prova lo chef avesse esplicitamente consigliato di non farlo, ha rimproverato un risultato troppo amaro a causa proprio della frittura. A Cristiano: “Non capisco come sia possibile dopo gli ingredienti meravigliosi che vi ho dato creare un piatto che non sa di niente”, bocciando così i suoi ravioli. Di Monir, che ha fatto dei falafel con i fagioli fermentati, non a apprezzato le polpettine troppo secche: “Rimangono nel gozzo”. Alla carne di alce di Valeria è sanguinolenta: è stata cotta con la padella non abbastanza calda e ne esce il sangue sul piatto. “Sembra un film di Dario Argento, profondo rosso, sembra una cosa macabra col sangue che cola. Come gusto manca di sapidità”.  È proprio Valeria, finita tra i peggiori insieme a Cristiano Cavolini e Azzurra, che perde per sempre il grembiule di Masterchef. Se ne va tra le lacrime sue e di Cristiano, che dice: “Era dall’adolescenza che non avevo un rapporto di amicizia così bello”.La migliore della prova è invece Jia Bi, a cui Giacomello riserva grandi complimenti e che nella prossima prova in esterna sarà capo brigata.

Inizia quindi il viaggio per i dieci concorrenti rimasti verso il meraviglioso Lago d’Iseo, sede di una gara a colpi di prodotti tipici del luogo: protagonista dei menu delle due brigate sarà infatti la sardina essiccata. E come giuria, i pescatori locali.La brigata rossa è capitanata da Jia Bi, la blu da Monir. I componenti della brigata perdente, invece, dovranno affrontare il Pressure Test rischiando l’eliminazione: chi non riesce a conquistare la balconata dovrà abbandonare per sempre il sogno di diventare il decimo MasterChef italiano. Sono i rossi a guadagnare la vittoria, che precipita i blu al pressure test. Tema del test: i tagli di carne. Ben 13 a cui assegnare il nome esatto. Chi riesce a individuare più tagli, può scegliere quale cucinare e come, nonché assegnarne uno al concorrente vicino di banco. A Irene e Cristiano  tocca la milza. Aquila e Federica devono cucinare il carré. È Cristiano, saldatore bolognese, dolce, autoironico, a soccombere nella gara. Non conosceva la milza, non l'aveva mai cucinata e il risultato nel piatto è stato infatti deludente. Deve togliersi il grembiule per far ritorno a casa dal marito Gianluca. Ed esce con grande serenità e consapevolezza, promettendo che pur dovendo lasciare la classe non rinuncerà al suo sogno, che nutre fin da quindicenne: "Conoscevo i miei limiti - ha detto - e sapevo che avrei dovuto abbassare la saracinesca della trattoria Cavolini. Ma continuerò a studiare".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

MasterChef perde un pezzo di Romagna ma Aquila vola in alto vincendo la MisteryBox

RiminiToday è in caricamento