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Cronaca

Max e Laila, una storia d'amicizia e di rivincita

Giovanna Foschi ha trasformato la sua esperienza di volontariato in un canile in una favola moderna raccontata nel suo libro "Max e Laila. Guerrieri di Pace".

Una storia che parla di amore, coraggio e amicizia, ma soprattutto traccia una nuova prospettiva per comprendere le sfide che tutti devono affrontare. “Max&Laila. Guerrieri di Pace” (Antonio Crepaldi Editore) è il terzo romanzo dell'autrice riminese Giovanna Foschi, classe 1974. La scrittrice, che ha esordito nel 2001 con il romanzo "La ragazza proibita", seguito nel 2008 da "La famiglia virtuale" (entrambi pubblicati con lo pseudonimo Jobeth), in questo nuovo lavoro dà voce alla sua esperienza di volontaria al canile Stefano Cerni di Rimini, per affrontare tematiche quali  il combattimento fra cani, l'abbandono, la rinuncia di proprietà. "Situazioni che in canile si vedono molto spesso, realtà drammatiche", racconta la scrittrice.
Cosa l'ha spinta a raccontare questa storia?
"Mi piace raccontare la realtà che vivo, attraverso storie inventate, ma che hanno un fondo di verità. Ho scritto Max&Laila perché ispirata dal mio volontariato nel canile Stefano Cerni. E' un libro che ho scritto quasi d’istinto".
Cosa può anticipare della trama?
"Sia Max che Laila sono due anime ferite che vogliono dimenticare il passato, sistemare il presente per crearsi un futuro migliore. Lui, è un cane usato per i combattimenti che è stato abbandonato. Laila, tornando dal lavoro, lo trova e lo porta a casa e curerà le sue ferite del corpo e dell’anima. Ma anche lei ha delle ferite interiori: trattata come una figlia indesiderata dalla famiglia, è scappata di casa proprio per ricominciare; troverà in Max il sostegno che le serve".
Quali difficoltà incontrano?
"Non sarà facile per loro raggiungere la felicità per la strada cosparsa di ostacoli, primo fra tutti il tipo di ‘addestramento’ che il cane ha avuto, che lo porta ad essere un cane aggressivo, ma Laila non si scoraggia e lo fa riabilitare da un educatore cinofilo. Altre difficoltà sono per Laila, quelle che sono per ciascuno di noi: resterà più volte senza un’occupazione, ad un certo punto anche senza casa, ma saprà risollevarsi sempre con coraggio. E avrà problemi d’amore".  
Chi sono qui i buoni e i cattivi?
"I buoni sono le persone che aiutano Laila e il suo cane. Il suo datore di lavoro, la sua migliore amica. I cattivi sono quelli che creano problemi a Laila; il suo ex datore di lavoro, il padrone di casa, la famiglia, ma soprattutto i pregiudizi della gente nei confronti di Max, vittima innocente della cattiveria dell’uomo. Alcuni personaggi sono basati su persone reali. Ma prendendo spunto dalla realtà che mi circonda non potrei fare altrimenti".
Il suo libro viene definito una fiaba moderna per bambini e non solo...
"Quando ho iniziato a scriverlo non pensavo a scrivere una fiaba. È stata la dottoressa Marina Salmoirachi che ne ha curato la prefazione a dare al romanzo questa definizione e tutti quelli che lo hanno recensito, hanno sposato questa visione. Ma l’idea mi piace. Dopo tante disavventure, Max e Laila riusciranno a trovare una nuova felicità".
La particolarità di questa storia?
"Vorrei che i lettori ne apprezzassero l’originalità. Di storie con cani protagonisti ce ne sono tante, e in una buona parte di esse c’è il cane per famiglie per eccellenza: il labrador retriever. Qui invece c’è un rottweiler che non ha nulla da invidiare al labrador in fatto di amore per i padroni. Purtroppo non è ‘semplice’ da gestire come un labrador e spesso una gestione superficiale porta un cane del genere ad assumere atteggiamenti non graditi agli umani". 
Il messaggio dietro questo libro?
"Ce ne sono tanti, ma soprattutto quello di non arrendersi mai. La vita spesso ti rimette in gioco".
Sono in uscita altri libri?
"Sempre per Crepaldi ne usciranno due. Una storia d’amore, e un altro libro dove uno dei protagonisti è sempre un cane. Ma di un’altra razza.  Come argomenti e genere mi piace spaziare, scrivere di tutto".

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