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Cronaca

Due storici medici vanno in pensione, il presidio di Torre Pedrera in crisi. Mancano troppi professionisti

L'assessore alle Politiche per la salute Kristian Gianfreda: "Oltre a questo buco si addizionano anche i problemi legati alla copertura di guardie mediche turistiche nella zona nord"

L'assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini Kristian Gianfreda fa il punto sul tema della carenza di medici nella sanità riminese. “Come ormai tutti sanno continua a destare non poca preoccupazione a livello nazionale il capitolo dell’assenza di personale medico in alcuni reparti specifici dell’ospedale, con l’annesso rischio di peggiorare e compromettere le prestazioni sanitarie ai pazienti. Un problema che riguarda da vicino anche il nostro territorio, come possiamo vedere anche dalle difficoltà riscontrare nel reperimento di medici per il presidio sanitario di Torre Pedrera a seguito del pensionamento dei due ‘storici’ dottori Cesare Gori e Tullio Mazza".  

L’Azienda Sanitaria della Romagna, in collaborazione con l'amministrazione, sta lavorando alacremente per risolvere questo ‘vuoto’, attraverso una maggiore messa in rete del sistema sanitario locale e la definizione di soluzioni atte a garantire una risposta immediata ai bisogni dei cittadini. "Si è stabilito di chiedere supporto ai medici del territorio che non hanno raggiunto la quota massima di pazienti attendendo, in parallelo, che a metà luglio siano assegnate le zone carenti sul Comune (una di queste tre auspichiamo possa andare a copertura dei due pensionamenti). Oltre a questo buco, inoltre, si addizionano anche i problemi legati alla copertura di guardie mediche turistiche nella zona nord, che con l’arrivo dei turisti, svolgono un ruolo centrale per la tenuta della salute pubblica. Stiamo chiedendo altre disponibilità sul territorio proprio in questi giorni con l’obiettivo di garantire ai turisti un servizio di prossimità".

L’azienda sanitaria in sinergia con il comune sta facendo di tutto per fronteggiare, per quanto possibile, l’insufficienza di medici, che in alcuni reparti, come ad esempio la medicina d’urgenza, dopo due anni di pandemia hanno davvero dato tutto quello che potevano dare. "Anche noi cittadini possiamo fare qualcosa: per quanto è possibile cerchiamo di utilizzare i servizi del pronto soccorso solo quando davvero ci serve, evitando che i Ps vengano congestionati da codici bianchi e codici verdi, i quali, secondo le ultime stime, rappresentano l’83% dei pazienti”.

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