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Cronaca

Mercatone Uno, avviata la procedura di mobilità per i dipendenti

Al tavolo nazionale è stato detto che ci sono ancora interessamenti in giro per l'Italia per acquistare quello che rimane del marchio

E dopo tanta cassa integrazione, ora si apre la procedura di mobilità per i 1.200 dipendenti ancora alle dipendenze di Mercatone uno. I commissari hanno comunicato ai sindacati l'avvio della procedura e che il 23 novembre sarà dunque l'ultimo giorno dell'ennesimo periodo di cassa (12 mesi) che era stato attivato usando il meccanismo del decreto Genova. Dopo c'è la Naspi. Fino ad allora "è stato garantito che si farà tutto il possibile perchè i lavoratori trovino un altro impiego, anche attraverso l'Anpal", spiega Alessandro Atzeni della Filcams-Cgil di Bologna. Entro giugno i dipendenti dovrebbero ricevere le lettere di licenziamento e uno dei risultati ottenuti dai loro rappresentanti al tavolo riguarda appunto i tempi certi su questo aspetto della procedura, "perchè ad esempio farà in modo che possa avere il Tfr chi ancora non aveva potuto recuperarlo in questo periodo", aggiunge Atzeni. Nei giorni scorsi alla sorte dei lavoratori di Mercatone e ai vari punti vendita si era interessato il Pd in Emilia-Romagna chiedendo alla Regione se avesse informazioni su ulteriori 'salvatori' per i punti vendita e di chi ci lavorava. Al tavolo nazionale è stato detto che ci sono ancora interessamenti in giro per l'Italia, intanto però un tentativo fatto a Bologna ha dato un esito che ha sorpreso. Per il negozio Mercatone al Navile due mesi fa i commissari hanno operato la retrocessione della titolarità ai proprietari di Leroy Merlin che, a sua volta, ha affittato l'edificio a "Risparmio casa". Il nuovo 'inquilino' era pronto ad assumere 20 dei 35 dipendenti di Mercatone che lavoravano nel punto vendita bolognese. C'erano anche garanzie di un trattamento economico-contrattuale, ma alla fine l'offerta è stata accettata solo da tre persone. Gli altri dipendenti del punto vendita sono rimasti in cig.

La Cgil ha cercato di capire come mai di fronte ad una offerta di riavere un lavoro in pochi, tra i dipendenti di Mercatone, abbiamo fatto un passo avanti. In assemblea, racconta Atzeni alla 'Dire', "li abbiamo sentiti scottati da questa lunga vicenda, hanno ancora tanti dubbi... Non è facile, tuttavia qua finisce tutto e con la crisi che c'è, legata anche agli effetti della pandemia, non sarà facile neanche trovare un modo di riprendere con un'occupazione. Ad ogni modo, ribadisco che si cercherà di fare tutto il possibile per re-impiegare le posizioni dei dipendenti" rimasti 'in pancia' a Mercatone uno. Due giorni fa a chiedere aggiornamenti in Regione era stato il consigliere del Pd Marco Fabbri interrogando la giunta Bonaccini sull'"esistenza di altre procedure al ministero dello Sviluppo economico sulla cessione di ulteriori punti vendita dell'ex Mercatone uno, con particolare riferimento a quelli emiliano-romagnoli", sull'acquisizione della filiale di San Giuseppe di Comacchio (Ferrara) e sui tempi della sua riapertura. "In Emilia-Romagna- ricordava Fabbri- i punti vendita, prima della cessazione di Mercatone uno, erano 10" ed erano a Bertinoro (26 dipendenti), Bologna Navile (38), Ferrara (35), Mesola (19), Rimini (27), Rottofreno (24), Rubiera (nove), Russi (42) San Giorgio di Piano (15) più la sede amministrativa di Imola (43). E fin qui risultano ceduti solo due siti, San Giuseppe di Comacchio (Ferrara), che però è ancora chiuso, e Rubiera (Reggio Emilia) riaperto dal 18 dicembre 2020 dalla nuova catena acquirente.

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