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Cronaca

Migranti, in Emilia-Romagna sono di più e più giovani che nelle altre regioni

Nella provincia di Rimini sono il 10,7% della popolazione, in maggioranza donne e con un'età media inferiore ai 35 anni

In leggera flessione, ma comunque presenti in numero superiore rispetto alle altre regioni, in maggioranza donne e con un'età media inferiore ai 35 anni, nettamente sotto la media nazionale, che si attesta sui 46 anni. Questi, in sintesi, i dati relativi all'Emilia-Romagna contenuti nel Dossier statistico immigrazione, presentato a livello regionale a Palazzo d'Accursio a Bologna e in diretta Facebook dall'associazione Africa e Mediterraneo. Nel dettaglio, al 31 dicembre 2020, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna "sono 537.556, in flessione di poche decine di unità rispetto all'anno precedente, e costituiscono il 12,1% della popolazione complessiva". Si tratta del dato più alto fra le 20 regioni italiane, e l'incidenza "risulta in leggero incremento rispetto all'anno precedente perché la popolazione italiana, e con essa quella complessiva, risulta in più marcato decremento, per effetto di un'ulteriore contrazione delle nascite e del drammatico incremento dei decessi" dovuto alla pandemia. Di questo 12,1%, proveniente da oltre 170 Paesi, circa un quarto è composto da cittadini dell'Unione europea, mentre il restante 9,3% da cittadini extra-Ue. Si conferma "la più alta incidenza dei residenti stranieri nei territori nord-occidentali della regione: nella provincia di Piacenza si registra un tasso del 14,6%, seguita da Parma al 14,3%". Al terzo posto, con un'incidenza del 13%, si colloca Modena, seguita da Reggio Emilia (12,2%), poi, sotto la media regionale, Bologna all'11,7%, Ravenna all'11,3%, Forlì-Cesena all'11%, Rimini al 10,7% e infine Ferrara al 9,5%. I Paesi più 'rappresentati' sono Romania (17,6% del totale degli stranieri residenti), Marocco (11,1%), Albania (10,5%), Ucraina (5,9%) e Cina (5,3%).

Sul fronte della scuola, aumenta "l'incidenza degli alunni stranieri (in gran parte nati in Italia) iscritti" in Emilia-Romagna nell'anno scolastico 2019-2020, pari al 17,1% del totale (nel 2018-2019 erano il 16,4% e l'anno precedente il 16,1%). I bambini stranieri nati in regione nel 2020 sono invece stati "un quarto del totale dei nati nell'anno", dato molto superiore al 15% registrato a livello nazionale. Luci e ombre, invece, per quanto riguarda i dati regionali sugli occupati stranieri, che "rimangono stabili (circa 259.800, con un'incidenza in regione che sale dal 12,8% al 13,1%, ben superiore al 10,2% nazionale), mentre a livello nazionale calano del 6,4%". Le donne straniere occupate, però, "diminuiscono in modo significativo, da 122.867 a 115.952, passando dall'essere il 47,4% degli stranieri che lavorano al 44,6%". In questo l'Emilia-Romagna è allineata al trend nazionale. Crescono invece, in Emilia-Romagna e in Italia, le imprese dei cittadini stranieri: secondo i dati Infocamere e Unioncamere, "in regione le imprese condotte da cittadini stranieri sono 55.999, il 12,5% del totale, con un incremento del 2,5% rispetto al 2019, mentre le imprese italiane sono diminuite (-1%)". Sul versante delle rimesse, infine, "dopo anni di stazionarietà, i dati della Banca d'Italia indicano un aumento del flusso di denaro inviato dall'Emilia-Romagna nei Paesi di origine dei migranti: da 568 a 706 milioni di euro, con un aumento del 24,3% rispetto al 2019".

Scendendo nel dettaglio di Bologna e provincia, poi, Maria Adele Mimmi, Capo Area Welfare del Comune di Bologna, "ha presentato i dati relativi al sistema di accoglienza di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nell'Area metropolitana bolognese e nel Circondario imolese, i cui posti ammontano, al 30 settembre 2021, a 2.046, di cui 1.361 nell'ambito del Sistema di accoglienza e integrazione". Andrea Facchini della Regione Emilia-Romagna, invece, ha esposto alcuni risultati che emergono dalla recente ricerca sulla mediazione interculturale realizzata dalla Regione, che ha coinvolto oltre 240 mediatori e da cui emerge il nuovo 'identikit' del mediatore, che risulta essere prevalentemente donna, di cittadinanza italiana (per lo più acquisita), over 40, in Italia da almeno 15 anni, con un titolo di studio medio alto e che parla almeno tre lingue. Per la Regione è intervenuta anche, in apertura dell'evento, la vicepresidente Elly Schlein, che tra le altre cose ha posto l'accento sul fatto che oltre la metà degli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono donne e che la loro età media -inferiore a 35 anni- è molto più bassa rispetto ai 46 di media nazionale, rimarcando anche la lieve flessione non solo del totale degli stranieri residenti, ma "anche dei soggiornanti con permesso di soggiorno", calati del 5% circa. Schlein ha inoltre sottolineato che "la popolazione straniera è stata più colpita dalla flessione occupazionale dovuta al Covid", anche se in Emilia-Romagna questo è avvenuto meno che altrove. Come Regione, ha poi concluso la vice di Stefano Bonaccini, "stiamo lavorando alla riscrittura del Piano per l'accoglienza e l'inclusione, con focus sulla mediazione culturale e sull'intersezionalità per contrastare le discriminazioni".

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