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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Montefiore Conca

Misteriose orme nella neve, un fantasma si aggira nel castello?

A Montefiore ci si interroga sulle tracce ritrovate nella rocca medievale, forse appartengono alle anime trapassate di Donna Costanza, assassinata assieme al suo Ormanno

Ai suggestivi paesaggi della Valconca innevata si è aggiunto un mistero. Dopo le nevicate della scorsa settimana, nella rocca di Montefiore Conca è apparso qualcosa che ha lasciato letteralmente stupiti gli amanti del paranormale. Strane e ben segnate impronte sulla neve che qualcuno, non ben identificato, ha lasciato sul tratto di scala semi interna che collega gli ambienti sottostanti con l’ultima rampa che porta alla terrazza panoramica. Impronte che, secondo quanto emerso, non potrebbero essere state lasciate da una persona in quanto il castello, proprio a causa della neve, è rimasto chiuso e che appaiono improvvisamente per poi, a metà rampa, raddoppiare fino ad esaurirsi nel nulla, in quanto l’ultimo tratto di scala torna poi ad essere intatto.

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La Compagnia di Ricerca, un gruppo specializzato nella ricerca sul paranormale da diversi anni studia le "presenze" che vivono nel castello, aveva già avuto delle esperienze nella rocca tanto che, nel 2014, riuscì a immortalare due entità, con foto certificate che mostrano in maniera chiara, senza bisogno di elaborazioni, figure dalle sembianze umane. Una lunga ricerca storica è stata fatta per comprendere la storia del luogo e di conseguenza quella dei suoi abitanti che ha portato a risultati a dir poco sorprendenti. "Quelle impronte sulla neve - spiegano i ricercatori - lasciano tanta curiosità e tanta meditazione, ma in fondo che la Rocca sia "abitata" non è più un segreto; oggetti che cambiano misteriosamente di posto dentro le vetrine museali chiuse a chiave, tanti sono i segnali che costantemente vengono trasmessi. Che dire poi di Donna Costanza, assassinata assieme al suo Ormanno, trucidati senza pietà e scomparsi per sempre nel nulla. Il loro amore resta tangibile, perché è ancora li ad implorare quella libertà che nel lontano 1378 fu loro sottratta cosi ingiustamente. Tutto in quel luogo parla ancora di quell'amore ma anche di tante altre vite: possiamo provare ad immaginare gli armigeri che intenti nel presidiare il Castello, salgono in modo frenetico quelle scale per arrivare in cima e tenere così  il nemico sotto controllo. Chi lo sa, chi può dirlo, sappiamo solo che la Rocca difende e conserva fra le sue possenti mura tutto questo, gli echi di quelle voci rimbalzano ancora su quelle pietre ed i rumorosi  passi su quelle scale, impressi nella neve fresca, rimangono come una musica sottile, avvolta di mistero che stupisce le anime delle persone che la vogliono ascoltare".

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