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Cronaca

Molestie all'Adunata, Non una di meno consegna al sindaco un dossier. "E ora scendiamo in piazza"

La polemica non si placa ed è fissata un'assemblea pubblica. Non una di meno Rimini: "A fianco delle vittime non c’erano e non ci sono nemmeno ora le Istituzioni, almeno noi non le abbiamo ancora viste"

Non una di meno Rimini nelle ultime ore aveva riferito di aver raccolto 170 segnalazioni di molestie alle donne registrate durante l’Adunata Nazionale degli Alpini. Trascorsa ormai una settimana dall’evento il tema continua a tenere banco. E le polemiche non si placano. Ora c’è una svolta, le attiviste venerdì mattina (13 maggio) hanno consegnato un dossier al sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. Ad annunciarlo è una nota “autodifesa transfemminista” congiuntamente Non Una di Meno, Pride Off, Casa Madiba Network. “Siamo state al Comune di Rimini a consegnare al sindaco Jamil Sadegholvaad un plico con la stampa delle testimonianze di molestie accadute durante l’adunata degli alpini che abbiamo ricevuto sui nostri canali social - rivelano -. Abbiamo voluto fare questa azione simbolica per chiedere una risposta da parte dell’amministrazione comunale a tutte quelle persone che sono state molestate e hanno subito violenze in quelle giornate, risposta che tuttora non è arrivata da parte del sindaco. Abbiamo voluto stampare queste testimonianze, in forma anonima per tutelare chi le ha inviate, per sottolineare la realtà e concretezza dei fatti”.

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E il tema non si concluderà qui. Perché dopo la contro adunata, Non una di meno Rimini annuncia di tornare in piazza. Lo farà in un’assemblea pubblica in programma il prossimo 19 maggio (alle 18) all’anfiteatro piazza Francesca da Rimini. E ci sono le motivazioni: “Non vogliamo promuovere questo incontro per parlare di quello che è accaduto all’Adunata degli Alpini e continuare a spettacolarizzare i fatti dentro il circuito mediatico, ma per discutere e organizzarci affinché questi non accadano mai più”.

“I fatti di Rimini, come quelli avvenuti alle precedenti adunate o in qualsiasi evento pubblico che richiami un certo numero di persone, ci dicono pertanto che la cultura della violenza maschile e di genere è diffusa, parte integrante della società che abitiamo. Per questo non si tratta di un fenomeno che riguarda poche mele marce, ma che investe l’intera società. A fianco delle vittime non c’erano invece e non ci sono nemmeno ora le Istituzioni locali, almeno noi non le abbiamo ancora viste. Ed ora che l’evento è finito e il dibattito aperto, tutto si riduce ad un fatto giuridico: se non denunciate, tacete. Terribile”.

All’evento sono state invitate la giunta comunale, il Centro Antiviolenza Rompi il Silenzio, le associazioni che si occupano di violenza di genere, i movimenti che hanno a cuore queste tematiche, le persone che sono state molestate, le persone che si sentono coinvolte in questi avvenimenti e la popolazione tutta.

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