Rischio licenziamento per 40 lavoratori: bloccata la merce in magazzino
Il sindacato spiega che è prevista la delocalizzazione del lavoro: immediata la richiesta di un tavolo
Sono 40 i lavoratori e le lavoratrici a Monte Colombo che rischiano di non avere più la loro occupazione, dopo la perdita di un appalto, vinto da un’altra azienda che opera in provincia di Reggio Emilia. Si tratta di lavoratori del settore della movimentazione merci, servizi di magazzinaggio e spedizione.
Ad annunciare la preoccupante situazione è il sindacato Filt Cgil di Rimini e Massimo Bellini, segretario generale, chiarisce che "queste persone sono lavoratori e lavoratrici, soprattutto donne, della società cooperativa S.A., con sede a Villorba, in provincia di Treviso, che lavora in subappalto per la Movimoda S.p.a. di San Polo D’Enza (Reggio Emilia) che a sua volta opera in appalto per conto della Golden Goose di Milano, di proprietà di un Fondo americano. Il sindacato ripercorre le tappe che hanno portato alla situazione di crisi e spiega che "a seguito di procedura di gara per il rinnovo dell’appalto di magazzinaggio, spedizione e movimentazione merci, promossa dalla Golden Goose, la Movimoda e, conseguentemente la S.A. non hanno visto rinnovato l’appalto, assegnato alla Snatt S.p.a. di Campegine (Re). Quest'ultima avrebbe intenzione di gestire l’attività dalla propria sede di Campegine, delocalizzando, di fatto, l’attività da sempre svolta a Monte Colombo: qui la cessazione dell’attività sarebbe prevista per il 31 ottobre 2021, col conseguente licenziamento dei lavoratori".
E’ così partita mercoledì la richiesta della Filt Cgil alla Regione Emilia Romagna per l’attivazione del tavolo di salvaguardia dell’occupazione: "richiesta inviata anche al Presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi e alla Sindaca del Comune di Santarcangelo Alice Parma che ha la delega al Lavoro per la Provincia, con l’obiettivo di cercare soluzioni alternative. Della vicenda è stata anche informata la Sindaca di Montescudo-Monte Colombo Elena Castellari che si è detta molto preoccupata delle conseguenze che questi licenziamenti avrebbero sulla comunità locale in particolare rispetto all’occupazione femminile. In attesa dell’apertura del tavolo regionale è stato proclamato lo stato di agitazione che al momento comporta il blocco delle merci in uscita dai magazzini."