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Cronaca

Montecopiolo e Sassofeltrio più vicini all'Emilia Romagna

È stata votata martedì pomeriggio all'unanimità dell'Assemblea legislativa la Risoluzione che chiede il passaggio dei due Comuni Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna

È stata votata martedì pomeriggio all’unanimità dell’Assemblea legislativa la Risoluzione, di cui è firmatario il consigliere del Pd Roberto Piva, che chiede il passaggio dei due Comuni Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna. Durante il dibattito in Aula il consigliere regionale Piva ha sottolineato il suo sostegno convinto alla richiesta, confermando l’appoggio ai due comuni marchigiani.

Il voto è stato accolto con un applauso da parte di una folta delegazione di abitanti dei due comuni che era presente alla seduta. Il tema è stato posto all’attenzione dell’Aula da una risoluzione sottoscritta da Marco Lombardi (Pdl), Andrea Defranceschi (Mov5stelle), Manes Bernardini (Lega nord), Silvia Noè (Udc) e Liana Barbati (Idv), a cui ha aggiunto la propria firma anche Roberto Piva (Pd), in cui si ricorda l’esito dei due referendum, svoltisi il 24-25 giugno 2007, che vide le popolazioni dei due comuni esprimere “chiaramente” la volontà di staccarsi dalla regione Marche.

"Questa aggregazione, - si rileva nel documento - a differenza di quanto avvenuto per gli altri sette Comuni della Valmarecchia, passati dalle Marche all’Emilia-Romagna e oggi compresi nell’area riminese, non comporterà alcuna problematica amministrativa, visto che in quei territori comunali non insistono scuole, ospedali, caserme o altri beni pubblici da trasferire da una regione all’altra".

"Già nel settembre 2007 - si legge nel testo - l’allora ministro per gli Affari regionali chiese alle due Regioni di esprimere il parere previsto dall’art. 132 della Costituzione; successivamente sono stati depositati in Parlamento vari progetti di legge sul distacco dei due Comuni e la stessa Corte costituzionale ha affermato che lo “speciale procedimento” previsto dal citato articolo costituzionale ”si articola in due fasi, la prima delle quali si realizza con l’espletamento del referendum popolare e con l’espressione dei pareri delle Regioni interessate, mentre la seconda fase ha inizio con la presentazione del disegno di legge che prevede il distacco”.

A sostenere “il fondamentale rispetto che merita la volontà popolare, quando si esprima in maniera formale secondo procedure addirittura di origine costituzionale”, questo uno dei passaggi della risoluzione, sono intervenuti Lombardi (Pdl), Piva e Monari (Pd), Manfredini (Lega nord), Donini (Fds), Noè (Udc), Naldi (Sel-Verdi), Barbati (Idv) e Defranceschi (Mov5stelle).

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