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Cronaca

Morì a 2 anni in un incidente stradale, guerra di perizie in Tribunale

Per la morte del piccolo Amir sono a giudizio sia il papà e la mamma che la ragazza che guidava l'auto che è andata a schiantarsi contro il veicolo su cui viaggiava la famiglia

E' stata uno scontro di perizie l'udienza davanti al Gip del Tribunale di Rimini dove, sul banco degli imputati, ci sono sia i genitori di un bambino di 2 anni deceduto in seguito a un drammatico incidente stradale che la ragazza che guidava l'auto andata a schiantarsi contro quella su cui viaggiava la famiglia. Il sinistro era avvenuto nel marzo del 2019 in via Coriano all'incrocio con via Pradella, all'altezza del ristorante Il Quartino quando una  Fiat Punto guidata da una 24enne stava viaggiando in direzione Rimini, e perse il controllo del mezzo, subito dopo aver affrontato una curva, invadendo la carreggiata opposta. Proprio in quel momento, in senso contrario, stava arrivando una Volkswagen Golf con a bordo la famiglia di origini marocchine. Oltre al piccolo Amir, deceduto dopo 4 giorni di agonia al "Bufalini" di Cesena nell'abitacolo c'erano il padre di 49 anni e  la madre di 33.

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Per quella morte sono finiti a giudizio sia i genitori che la 24enne e la vicenda giudiziaria si è incentrata sulla questione se il piccolo era o meno assicurato correttamente all'ovetto posizionato sui sedili posteriori della Golf. Sulla base di quanto ricostruito dalla polizia Municipale, che all'epoca rilevò l'incidente, la Procura aveva infatti rilevato dei profili di responsabilità non solo sulla 24enne ma anche sui genitori ritenendoli responsabili di un non corretto utilizzo del seggiolino di sicurezza del piccolo coi tre imputati che avevano presentato una richiesta di rito abbreviato condizionato all’escussione dei periti. Martedì mattina sono sfilati davanti al gip i consulenti della Procura secondo i quali l'ovetto si trattava di un modello antiquato ma non è stato possibile accertare se fosse, o meno, installato in maniera corretta e allo stesso tempo anche il piccolo Amir non era legato con le fasce di sicurezza. Una conclusione identi a quella dei consulenti della 24enne, difesa dall'avvocato Piergiorgio Tiraferri, che ha provocato l'incidente e che comunque viaggiava a una velocità superiore rispetto al limite di velocità.

Diversa, invece, la ricostruzione del perito dei genitori del bambino difesi dall'avvocato Maria Rivieccio secondo i quali il seggiolino era legato male. La difesa, infatti, sostiene che diversamente il piccolo sarebbe letteralmente schizzato in avanti andando a sbattere contro il sedile del passeggero quando invece è stato ritrovato perpendicolare sul sedile posteriore. Una ricostruzione che sarebbe suffragata anche dalle lesioni riportate dal bambino: un trauma cranico e la frattura del femore e della tibia sinistra. Il processo è astato quindi aggiornato al prossimo 16 maggio per le discussioni e la sentenza.

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