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Cronaca

La morte di Matteo, Vitali: "Servono alternative alla mera repressione"

La morte del 17enne di Cesena, stroncato a Rimini da un mix di alcol e metanfetamina, "è solo l'ultima di una serie recente, micidiale, devastante non per l'immagine di un territorio ma per la dignità della nostra comunità"

La morte del 17enne di Cesena, stroncato a Rimini da un mix di alcol e metanfetamina, ''è solo l'ultima di una serie recente, micidiale, devastante non per l'immagine di un territorio ma per la dignità della nostra comunità'' e che dovrebbe spingere ''a individuare strategie alternative alla mera repressione, che coinvolgano e responsabilizzino direttamente i soggetti privati che in qualche modo risultino coinvolti nel problema''. Lo scrive, in una nota, il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.

''La lotta allo spaccio delle sostanze stupefacenti non è una priorità di stagione, ma - sottolinea - a Rimini negli ultimi anni è una priorità per così dire destagionalizzata. Estate o inverno, col sole o con la neve, la cultura della droga è tornata ammaliante, forte di una bolla giustificazionista che la nutre e la ingrassa. Eppure per debellarla non si invoca l'esercito o maggiori rinforzi: invece - ammonisce Vitali - si dovrebbe, visto che tecnicamente quello dello spaccio di droga è un'occupazione di territorio''. Dicendo questo, prosegue il presidente della Provincia, ''non è mia intenzione 'sollecitare' le forze dell'ordine verso l'ennesimo fronte di guerra al crimine. Semmai l'intenzione è quella di provare, così come si sta facendo per altri fenomeni, a individuare strategie alternative alla mera repressione, che coinvolgano e responsabilizzino direttamente i soggetti privati che in qualche modo risultino coinvolti nel problema''.

Quindi, prosegue Vitali, ''non mi si venga a dire che prendere un'iniziativa locale su questo tema equivale a svuotare l'oceano con un cucchiaino, visto che il 'problema è generale'. Non si tratta di sottoscrivere un semplice protocollo, ma anche questo aiuterebbe oggi, semmai di essere ancora più rigorosi nel controllare, punire e sanzionare, oltre ai colpevoli dello spaccio, anche quei luoghi e quelle situazioni che, se si ripetono, non possono essere più considerate una quinta neutra e anonima''.

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