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Cronaca Santarcangelo di Romagna

E' morto Tonino Guerra, se ne va un pezzo di Romagna

Venerdì scorso aveva compiuto 92 anni, festeggiando il compleanno ascoltando dalla sua camera da letto i bimbi che cantavano in piazza Ganganelli "Romagna Mia"

Venerdì scorso aveva compiuto 92 anni, festeggiando il compleanno ascoltando dalla sua camera da letto i bimbi che cantavano in piazza Ganganelli “Romagna Mia”. Tonino Guerra si è spento mercoledì mattina a Santarcangelo alle 8.30. “In casa è entrato il silenzio”, scrivono la moglie Lora e il figlio Andrea. Ammalato da qualche mese, Guerra si era aggravato nelle ultime settimane ed era stato ricoverato a Rimini per accertamenti, ma i sanitari lo avevano rimandato a casa.

Addio Tonino Guerra (credit TM News/Infophoto)

Da qualche tempo, avvertendo che la fine si avvicinava, aveva scelto di tornare a vivere nella sua Santarcangelo, lasciando la casa-museo di Pennabilli (sede dell'associazione a lui intitolata), nella quale aveva vissuto dagli anni 80. La camera ardente sarà allestita nella sala del Consiglio comunale di Santarcangelo per tutta la giornata di venerdì a partire dalle ore 9. Nella mattinata di sabato è prevista la cerimonia funebre in piazza Ganganelli. Al termine la salma raggiungerà Pennabilli. Intorno alle 15.30 si terrà una preghiera di saluto. Il programma, sottolinea l'amministrazione, non è ancora definitivo, e potrà subire variazioni

Guerra ha lasciato la terra che ha raccontato nelle poesie, nei film e nelle fontane che disegnava. E' stato lui ha portare alla ribalta il dialetto romagnolo. Poeta e sceneggiatore, ha collaborato con Fellini, Antonioni, Rosi, Monicelli, Anghelopulos e i fratelli Taviani. Nasce a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo 1920. Maestro elementare, nel 1943, durante la seconda guerra mondiale viene deportato in Germania e internato in un campo di concentramento a Troisdorf. Dopo la Liberazione si laurea in pedagogia presso l'Università di Urbino (1946), con una tesi orale sulla poesia dialettale. Fa leggere i suoi componimenti a Carlo Bo. Ottenuti riscontri positivi, decide di pubblicarli, a sue spese. La raccolta s'intitola I scarabocc (Gli scarabocchi); Bo ne firma la prefazione.

Nel 1953 si trasferisce a Roma, dove avvia una fortunata attività di sceneggiatore. Nella sua lunga carriera ha collaborato con alcuni fra i più importanti registi italiani del tempo (Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, i fratelli Taviani). Dalla collaborazione con il regista ferrarese Antonioni, gli giungerà anche la nomination al premio Oscar nel 1967, per il film Blow-Up.

Negli anni ottanta torna in Romagna. Dal 1989 vive e lavora a Pennabilli, centro del Montefeltro, che gli ha conferito la cittadinanza onoraria in riconoscenza dell'amore dimostrato nei confronti di questo territorio. Qui ha dato vita a numerose installazioni artistiche. Si tratta di mostre permanenti che prendono il nome de I Luoghi dell'anima tra cui: L'Orto dei frutti dimenticati, Il Rifugio delle Madonne abbandonate, La Strada delle meridiane, Il Santuario dei pensieri, L'Angelo coi baffi, Il Giardino pietrificato. Nel 2010, in occasione dei suoi 90 anni, riceve il David di Donatello alla carriera. Il 10 novembre 2010 è stato insignito dall'Università di Bologna del Sigillum Magnum.

Tra le sue collaborazioni come sceneggiatore, iniziate nel 1960, Deserto rosso, di Michelangelo Antonioni (1964), Matrimonio all'italiana, di Vittorio De Sica (1964), La decima vittima, di Elio Petri (1965), Blow-Up, sempre di Antonioni (1968), I Girasoli,  ancora con De Sica (1970), Amarcord, regia di Federico Fellini (1973), Kaos, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1984), Il male oscuro, regia di Mario Monicelli (1989), Al di là delle nuvole, di Antonioni e Wim Wenders (1995) e La polvere del tempo (I skoni tou chronou), regia di Theodoros Angelopoulos (2008).

Tanti gli scritti, in romagnolo,  come  I scarabócc, scritti tra il 1944 e il 1945 nel campo di concentramento per "imbrogliare la dura vita" o I bu (raccolta), Milano, Rizzoli, 1972 ("I buoi", con la prefazione di Gianfranco Contini) e in italiano a partire da La storia di Fortunato, Einaudi (1952), I cento uccelli, Bompiani (1974), L'aquilone. Una favola senza tempo (con Michelangelo Antonioni), Maggioli (1982) e l'ultimo, Polvere di sole (2012).

   
    

 

 

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