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Cronaca

Morto ad appena 2 anni dopo il ricovero in ospedale, l'autopsia scagiona i sanitari

Amareggiati i parenti del piccolo Alessandro Vendemini che hanno dovuto aspettare 18 mesi per i risultati dell'esame autoptico e per non aver riavuto indietro il cuore del bambino

Un esame autoptico che ha visto il medico legale impiegare quasi 2 anni per scrivere la relazione al pubblico ministero. L'amarezza e lo sconforto dei parenti che, ancora, non si sono visti riconsegnare il cuore del figlio scomparso ancora in mano a chi ha eseguito l'autopsia. La tragedia per quella morte che, secondo i risultati medici, non ha nessun colpevole. Dramma nel dramma per i famigliari di Alessandro Vendemini il piccolo deceduto ad appena 2 anni dopo un doppio ricovero all'Infermi di Rimini. La tragedia si era consumata il primo novembre del 2019 quando il piccolo, in seguito a un malessere improvviso, era stato portato una prima volta al pronto soccorso pediatrico e dimesso dopo le prime cure. Nel giro di poche ore, però, la situazione si era aggravata rendendo necessario un secondo ricovero nella notte ma le condizioni del piccolo erano improvvisamente precipitate e nonostante gli sforzi dei medici il suo cuore aveva smesso di battere. Per quella morte erano state indagate 5 persone, membri del personale sanitario che aveva curato il piccolo, e nominato dalla Procura un medico legale per eseguire l'autopsia.

Nonostante i solleciti dei famigliari di Alessandro, però, i tempi per ottenere i risultati dell'esame autoptico si sono allungati a dismisura e solo adesso, dopo quasi 2 anni, è stato possibile capire cosa ha portato al decesso del piccolo. Secondo quanto emerso dall'autopsia il bambino, affetto da una miocardite mai diagnosticata in passato, è stato stroncato da una polmonite bilaterale di probabile natura virale. Secondo il medico legale, quindi, l'infezione ha stroncato il fisico di Alessandro già minato dal problema al cuore. Una patologia sconosciuta ai genitori in una famiglia che, già in passato, aveva dovuto affrontare dolori simili. Il piccolo, infatti, era il nipote di Luciano Vendemini, il cestista riminese stroncato da un infarto nel 1977 al palasport Villa Romiiti di Forlì. Lo sportivo, come venne accertato, soffriva di una forte patologia cardiaca ereditaria mai diagnostica prima nonostante i controlli. Sempre secondo i risultati dell'esame medicolegale, poi, le procedure messe in pratica dai sanitari indagati erano state adeguate alle contingenze del caso e non vi sarebbero state carenze che avrebbero portato al decesso di Alessandro. Un quadro, quindi, che porterebbe la Procura a chiedere l'archiviazione delle posizioni di medici e infermieri.

Resta comunque il dramma della famiglia che, oltre ad essere sconvolta per i ritardi dell'indagine, non ha mai riavuto i reperti anatomici espiantati al piccolo nel corso dell'autopsia e analizzati successivamente. In particolare a mancare è il cuore di Alessandro e, su questo punto, i famigliari si dicono fermi ad andare fino in fondo alla questione nella speranza che questo non sia stato distrutto. Il loro sogno, infatti, è quello di poter seppellire il cuore insieme al bambino per poterlo far riposare in pace.

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