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Cronaca

Una nuova sala per Benedetto Coda e la sua bottega

L'intervento eseguito permette così di rimandare e attendere i tempi necessari per programmare per il più complesso intervento di restauro

La Diocesi di Rimini e l‘amministrazione comunale da anni perseguono una politica culturale di reciproca intesa, finalizzata alla valorizzazione e salvaguardia dei patrimoni archeologici e storico-artistici del territorio riminese, anche mediante la stipula di opportune convenzioni e mirati atti di comodato gratuito per il deposito e la gestione di opere d’arte; ne è un esempio altrettanto recente lo “scambio di custodia” tra l’epigrafe diocesana di Federico II, proveniente da San Martino in XX ed il sarcofago di Santa Innocenza del Museo della Città.

L’elenco delle opere depositate pnelIstituzioni Culturali del Comune di Rimini annovera beni differenti per tipologia come affreschi, tele e tavole, epigrafi, lastre e sculture, realizzate in chiese importanti, soprattutto del Vicariato Urbano. La Diocesi, proprietaria delle sei opere di Benedetto Coda, appartenute al Capitolo della Cattedrale, e di grande rilevanza culturale per la Città, "esprimere viva gratitudine e soddisfazione per il restauro da tempo atteso. Un ringraziamento particolare è rivolto al benefattore, il cittadino riminese Aldo Celli, e sua  famiglia, per la sua generosità. Ci auguriamo che l’intervento presente sia foriero di rinnovati interessi scientifici; l’impegno civile si attua anche con aggiornamenti culturali che aumentano la conoscenza dei patrimoni e promuovono un affido più consapevole dei beni culturali ecclesiastici ai membri della nostra comunità, in nome di una collettività ben più ampia".

Nel luglio del 2014 è passato, nella casa d'aste Bonhams di Londra, un dipinto su tavola raffigurante una Deposizione con dolenti, attribuito impropriamente a Francesco Zaganelli da Cotignola. Si trattava invece di una Unzione di Cristo, già nota agli studi e pubblicata come opera di Benedetto Coda, artista operante a Rimini nei primi decenni del XVI secolo. La segnalazione di questo importante transito sul mercato internazionale, attivata dal Museo della Città, ha trovato nella Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini tempestiva e professionale disponibilità per la riuscita dell’operazione di acquisto.

La Fondazione è intervenuta direttamente per acquisire l’opera ad un prezzo vantaggioso e a programmare il trasferimento a Rimini. Un’operazione sinergica che ora rende disponibile, nel suo luogo di origine, una delle migliori espressioni del primo Rinascimento romagnolo. Nei mesi scorsi la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha anche valorizzato l’opera dedicandole una delle conferenze del ciclo I Maestri e il Tempo, mantenendola visibile nel salone di Palazzo Buonadrata al pubblico di 2500 partecipanti agli appuntamenti del Ciclo. La bella tavola, composta con un raffinato controllo delle forme e delle espressioni, allestisce un intenso compianto attorno al corpo morto di Cristo, cercando una evidente relazione con la Pietà di Giovanni Bellini, conservata in questo stesso Museo e proveniente dal Tempio Malatestiano.

Questa acquisizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e la disponibilità della medesima a depositarla al Museo della Città, arricchisce la conoscenza della prima attività riminese di un artista, di origini venete, che scelse Rimini come nuova patria. Ad accrescere l'occasione festiva si aggiunge il ritorno, dai depositi della Soprintendenza di Bologna, delle tavole che in origine formavano il pulpito dell'altare di San Girolamo entro il Tempio Malatestiano. Le sei formelle, di proprietà della Diocesi riminese, si possono qui presentare grazie al pronto e accurato intervento della restauratrice Adele Pompili che, in attesa di un restauro complessivo, ha operato un indispensabile consolidamento della superficie pittorica. Tale intervento è stato generosamente offerto da Aldo Celli e famiglia.

Da un'altra sezione del Museo della Città proviene la tavola raffigurante un Cristo portacroce per la quale viene ora avanzata un'attribuzione a Benedetto. Infine va segnalato il prezioso prestito temporaneo di due importanti opere espresse dalla medesima bottega dei Coda. Un altro sofferto Compianto su tavola assegnabile a Benedetto, variante di un dipinto conservato alla Pinacoteca di Trevi, e una bellissima tela con la Sepoltura di Cristo, riconducibile alla mano del figlio Bartolomeo Coda, medesimo autore del grande Cenacolo affrescato, allestito con la sua sinopia nella sala adiacente. Il convergere di questi contributi ha permesso l'allestimento di una nuova sala del Museo della Città, che acquista la dignità di una calibrata esposizione e che trova fulcro naturale nel tema della Pietà.

L’intervento conservativo - Cinque delle sei tavole in mostra, giacevano da lungo tempo nei depositi della Soprintendenza di Bologna, una era esposta al Museo della Città di Rimini. Le cinque tavole rientrate a Rimini all’inizio di aprile 2015 mostravano gravi problemi conservativi con numerosi sollevamenti di colore e preparazione. L’intervento conservativo a carattere d’urgenza eseguito, ha previsto il fissaggio e ripristino dell’adesione degli strati pittorici tra loro ed al supporto in legno. La sponsorizzazione da parte di privati di tale intervento, mette in evidenza sia una ritrovata sensibilità alle priorità di conservazione rispetto a quelle estetiche e di immagine; sia l’ importante segno di consapevolezza da parte della comunità locale delle difficoltà che il settore dei Beni Culturali sta attraversando in questo periodo. L’intervento eseguito permette così di rimandare e attendere i tempi necessari per programmare per il più complesso intervento di restauro.

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