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Cronaca

Nuovo tracciato della Ss16, gli agricoltori preoccupati per i loro campi

Il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi: "Appare chiaro come il ‘cosiddetto sviluppo’ si realizzi sempre e solo a scapito delle aree rurali"

Si dicono preoccupati gli agricoltori riminesi per il progetto che, in futuro, cambierà la viabilità della provincia con la realizzazione del nuovo tracciato della Statale Adriatica. "Sono 10 anni - spiegano da Coldiretti - che sul comparto agricolo di Rimini Nord aleggia la spada di Damocle della nuova SS16. Abbiamo letto più volte, sui media, “dell’importanza strategica dell’opera”, annunci conditi da svariate prese di posizione della “politica”, uno dei principali “sponsor” del progetto infrastrutturale, difeso con le unghie, sempre dalla “politica”, anche quando il Ministero dell’Ambiente ha stoppato la Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera (che evidentemente per l’ambiente non è proprio il massimo …). Annunci, relazioni, dichiarazioni si sono susseguite in questi due lustri abbondanti, ma nemmeno una parola è stata spesa riguardo ai danni che il tracciato, così come previsto, causerebbe al comparto agricolo. Solo la realizzazione del tratto Bellaria-Rimini Nord, ad esempio, comporterebbe la distruzione di un territorio rurale ad alta vocazione produttiva".

“Ancora una volta, quindi - evidenzia il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi - appare chiaro come il ‘cosiddetto sviluppo’ si realizzi sempre e solo a scapito delle aree rurali, considerate di fatto come serbatoio residuale per altri usi, e non invece come opportunità ultima per rendere più sostenibile e a misura d’uomo un sistema insediativo ormai ad altissimo impatto ambientale, qual è quello riminese. Infatti – prosegue il Presidente - nonostante le tante dichiarazioni (di facciata) su sviluppo sostenibile, qualità ambientale, stop al consumo di suolo, il progetto proposto non fa che incentivare l’occupazione squilibrata delle poche aree libere rimaste, a vantaggio esclusivo della cementificazione”.

"Si persegue, dunque, con un modello di ‘sviluppo’ anti-storico - prosegue la Coldiretti - il cui essere ormai fuori dal tempo è stato evidenziato ancora di più dalla pandemia globale con la quale stiamo tuttora convivendo, durante la quale è emersa in tutta la sua forza l’importanza dell’agricoltura e del lavoro dei tanti coltivatori, allevatori, produttori agricoli che nonostante le difficoltà legate al lockdown hanno continuato giorno e notte a lavorare per garantire beni di prima necessità e sostenere il territorio. E’ quindi indispensabile – ribadisce Coldiretti Rimini - che le strategie di sviluppo vengano riviste considerando l’agricoltura allo stesso livello delle altre attività economiche". “Gli agricoltori – precisa il Direttore di Coldiretti Rimini, Anacleto Malara - non si sono mai fermati durante questi mesi difficilissimi, si sono messi al servizio del Paese e di certo non vogliono fermarsi a causa di un’infrastruttura che li danneggia come parti professionali.

"La nostra agricoltura - spiega Giorgio Ricci, Vice Direttore di Coldiretti Rimini – nonostante difenda il lavoro dei giovani, tuteli e valorizzi il Made in Italy agroalimentare anche in ottica turistica e sia fortemente imperniata sulla legalità, rischia ancora una volta di essere messa da parte: l’unica strada che porta sviluppo, crescita sociale e rilancio economico – lo ribadiamo – non è la nuova SS16 così come pensata, bensì la strada della condivisione, dell’unità d’intenti, del ‘fare sistema’ considerando l’agricoltura parte attiva di quel sistema e asse valoriale del nostro patrimonio culturale, in una parola – prosegue Ricci – per crescere e per farlo in maniera sostenibile dobbiamo consolidare tutti insieme quell’economia circolare e virtuosa che rende unica la nostra terra”.

"In conclusione – afferma il Presidente Cardelli Masini Palazzi – “pur riconoscendo l’importanza strategica dell’opera, riteniamo necessario che tutte le Amministrazioni (Regionale, Provinciale e Comunali) facciano chiarezza sul progetto, rispondendo nel merito alle nostre richieste ed osservazioni, e prendano formale impegno al fine di tutelare tutte le aree ad alta produzione e reddito agricolo interessate prevedendo quindi un tracciato meno impattante”.

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