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Cronaca

Obbligo del Green pass per entrare nei negozi, Indino: "Commercianti in difficoltà"

Il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini: "Oltre al calo delle vendite generalizzato, si sta deteriorando la parte relazionale tra negoziante e cliente”

E' scattato il primo febbraio l'obbligo di esibire il Green pass per accedere nella maggior parte dei negozi, negli uffici postali e nelle banche. Dopo 3 giorni, tuttavia, non mancano i problemi e a denunciare la situazione sono i rappresentanti di Confcommercio Rimini. “Per i commercianti riminesi non mancano le difficoltà in questi primi giorni di entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per accedere ai negozi. Oltre a registrare un calo delle vendite generalizzato – spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino – si sta a volte deteriorando la parte relazionale, quella del buon vivere e dei rapporti personali tra negoziante e cliente. Purtroppo ho avuto segnalazioni della volontà di alcuni avventori di non esibire il Green Pass quando richiesto. È una situazione pesante, ma continueremo a fare la nostra parte con i controlli a campione nelle attività, come la Legge ci impone. Se da una parte possiamo essere solidali con le scelte delle persone, non possiamo transigere nel fare rispettare le regole imposte. Ci auguriamo che con la diminuzione di contagi e pressione sugli ospedali e con l’arrivo della bella stagione tutto questo diventi presto solamente un ricordo e si possa tornare alla vita normale”.

“Abbiamo ottenuto dal governo l’alleggerimento della normativa sul controllo del Green Pass nelle nostre attività. Lo avevamo chiesto a gran voce – spiega Giorgio Dobori, presidente provinciale FIT Federazione Italiana Tabaccai - denunciando a più riprese, insieme alle altre categorie del commercio, le difficoltà organizzative che la norma imponeva. Non solo, nelle tabaccherie controllare il Green Pass all’ingresso sarebbe stato difficoltoso, ma anche pericoloso, perché avrebbe costretto l’esercente a lasciare incustodito il bancone, con tutte le conseguenze del caso. Con la risposta ad una FAQ, il governo è venuto incontro alle esigenze nostre e delle altre categorie del commercio, decidendo per i controlli solo a campione del Green Pass. Nonostante questo però non mancano le criticità, con persone che arrivano persino allo scontro verbale al momento della richiesta di esibizione del certificato. Non è una bella situazione e speriamo finisca presto”.

“Più che il controllo a campione del Green Pass, che è comunque un adempimento aggiuntivo per i commercianti, il vero problema è che in giro per le strade c’è davvero pochissima gente – dice Giammaria Zanzini, presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio -. E quella che entra nei negozi è ancora meno, soprattutto durante la settimana. Inflazione alle stelle e costi dell’energia esagerati non fanno altro che togliere progressivamente alle persone le opportunità di acquisto per i beni ritenuti non essenziali, come quelli per l’abbigliamento. Spesso anche chi entra nei piccoli negozi pretende sconti da outlet, sopra al 50%: cifre impossibili per i commercianti di vicinato. Speriamo che la rimodulazione delle quarantene possa portare un po’ più di persone a vivere le città e lo shopping e che si torni presto alla normalità. Per quanto riguarda i sostegni appena decisi dal governo per il settore, ancora una volta l’eccesso di burocrazia rischia di renderli di scarso impatto per le piccole e micro imprese del nostro settore. Attendiamo che con l’auspicabile allentamento delle restrizioni si possa guardare alla prossima primavera con più fiducia”.

Zanzini Federmoda - Indino Confcommercio - Dobori FIT-2

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