rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Offese e insulti omofobi al vicino, padre e figlia in tribunale

Accolta la questione sollevata dalle parti civili riguardo la composizione della corte che diventerà collegiale per via della gravità dei reati contestati cioè reati di natura discriminatoria e razziale

Nell'udienza di martedì, che vede a processo padre e figlia accusate di stalking dal vicino di casa che secondo l'accusa veniva quotidianamente insultato dai due con epiteti omofobi, il giudice monocratico vista la gravità e complessità della questione ha demandato il processo al Collegio del Tribunale di Rimini. Secondo le accuse la vittima, per oltre un anno e mezzo, quando usciva dalla propria abitazione si trovava i vicini che lo ricoprivano di offese. Una situazione che, come ha sottolineato Arcigay Rimini si è costituita parte civile con l'avvocato Christian Guidi, era portata avanti "con cinico disprezzo della dignità umana e della rispettabilità della persona". Nell'udienza odierna è stata accolta la questione sollevata dalle parti civili riguardo la composizione della corte che diventerà collegiale per via della gravità dei reati contestati cioè reati di natura discriminatoria e razziale.

"L'omotransfobia - sottolinea Marco Tonti, Presidente Arcigay - altro non è che una delle tanti manifestazioni del razzismo, come sostenuto da varie sentenze europee e internazionali non ancora riconosciute in Italia. A sostegno di questa tesi avrebbe testimoniato la presidente dell'ANPI Provinciale, Giusi Delvecchio, ma la corte ha ritenuto di non ascoltarla. Si tratta di un collegamento essenziale da riconoscere nella nostra giurisprudenza proprio ora che il disegno di legge Zan contro l'omotransfobia rischia di non vedere mai la luce sotto il fuoco incrociato della destra più bigotta d'Europa e di fake news prese per vere con penosa superficialità. La domanda fondamentale che bisogna porsi per comprendere il fenomeno omofobico infatti è per quale ragione il vicino di casa si sia sentito in diritto e nella libertà di infamare e umiliare con tanta metodica regolarità una persona innocente, che nient'altro voleva se non vivere liberamente e serenamente la propria vita e i propri affetti. L'assenza di un reato di omofobia è ciò che ha dato questa falsa idea al vicino di casa, come a molti altri che esercitano discriminazioni, infamie e violenze ai danni di giovani innocenti. È urgente che lo Stato prenda posizione chiaramente, attraverso il Parlamento o attraverso l'innovazione della giurisprudenza che tante volte ha avuto la forza e il coraggio di fare ciò che la politica non è riuscita a fare. È ora per l'Italia di entrare tra i Paesi democratici che attivamente condannano le discriminazioni e che difendono le proprie minoranze dalle violenze e dagli abusi".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Offese e insulti omofobi al vicino, padre e figlia in tribunale

RiminiToday è in caricamento