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Cronaca Misano Adriatico

Omicidio di Misano, Erbetta getta benzina sul fuoco: "Il Comune sapeva la situazione critica"

Il legale della vittima: "Nessuna speculazione, ma solo un linguaggio di verità per portare la luce su un avvenimento increscioso che non dovrà più ripetersi e dia in questo modo giustizia a Nicola Donadio"

Botta e risposta tra l'avvocato Mario Erbetta, il legale che aveva seguito Nicola Donadio nella lite avuta col vicino Edi Zengarac che ha poi ucciso il 50enne, e il Comune di Misano sulla questione che l'omicidio si sarebbe potuto evitare se l'amministrazione fosse intervenuta. Dopo le accuse lanciate dall'avvocato all'indomani del delitto, secondo cui gli uffici comunali erano a conoscenza degli screzi tra i due uomini ospitati nei moduli abitativi destinati alle persone in difficoltà, e la replica del sindaco Fabrizio Piccioni che ha spiegato come l'amministrazione non avrebbe avuto gli strumenti per trovare una soluzione, il legale torna all'attacco fornendo nuovi dettagli sulla mail inviata con posta elettronica certificata nella quale si segnalava il comportamento di Zengarac nei confronti della vittima. "Non esistono speculazioni su tale dramma - spiega Erbetta rivolgendosi al primo cittadino - ma solo un linguaggio di verità per portare la luce su un avvenimento increscioso che non dovrà più ripetersi e dia in questo modo giustizia a Nicola Donadio e alla sua famiglia".

"La mail inviata all'ammministrazione - prosegue l'avvocato - è stata consegnata all'indirizio pec istituzionale del Comune pertanto le formule dubitative utilizzate dal sindaco sono fuori luogo e non veritiere. Nella missiva era allegata anche la querela di Donadio e nel testo veniva evidenziato il terrore in cui viveva lo stesso con la richiesta di poter spostare l'aggressore o di trovare una casa popolare per il mio assistito. Sentire il Sindaco dichiarare che tale lettera era una delle tante innumerevoli segnalazioni e richieste di aiuto che il Comune riceve e pertanto legittimare anche la sola mancata risposta alla stessa con tale giustificazione non è una cosa normale per un'amministrazione efficiente. Ancor più se si pensa che allegata alla lettera c'era la querela sporta da Donadio con la descrizione minuziosa dell'accaduto e la sua esplicita paura che tale comportamento si potesse reiterare. Non era una semplice segnalazione ma una vera richiesta di aiuto che è stata totalmente ignorata. Inoltre giustificarsi che non vi sia mai stata una richiesta di appuntamento nè da parte del Donadio nè da parte mia sembra al di fuori della logica di una buona pubblica amministrazione. Infatti un'amministrazione che riceve una lettera di tale tenore da un'avvocato con una querela allegata ha il dovere minimo di almeno rispondere ed eventualmente richiedere spiegazioni ulteriori o un colloquio per capire meglio la situazione magari facendo anche sopralluoghi. Invece silenzio, un silenzio assordate alla luce poi dell'omicidio accaduto. Non ci sono giustificazioni a tale silenzio ma da questo increscioso delitto devono nascere gli insegnamenti a che tali situazioni non accadano più, una maggiore accortezza verso il grido di aiuto dei cittadini bisognosi con la necessita metodica di accertarsi della veridicità o meno dei fatti dichiarati per le richieste. Ora tocca aiutare la famiglia e i figli di Donadio, signor sindaco. Tocca aiutarli materialmente e moralmente e il Comune di Misano dovrà farsi parte diligente.  Un atto dovuto alla memoria di un uomo buono inascoltato".
 

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