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Cronaca Misano Adriatico / Via Nazionale Adriatica Interna

Il killer in lacrime confessa: "L'ho aspettato davanti a casa con una spranga di ferro"

Arrestato in flagranza per omicidio, l'assassino ha spiegato agli inquirenti i motivi che lo hanno portato ad uccidere il proprio vicino di casa

Ha confessato in lacrime davanti ai carabinieri, rivelando i retroscena dell'omicidio, Edi Zegarac 54enne di origini slovene arrestato in flagranza per aver ucciso all'alba di mercoledì il proprio vicino di casa Nicola Donadio di 50 anni. L'assassinio è avvenuto intorno alle 6.30 a Misano Adriatico, in via Nazionale Adriatica Interna, in un campo per roulotte gestito dal Comune dove alloggiano persone in stato di bisogno. Secondo quanto emerso tra i due, che abitavano in baracche adiacenti da diversi anni, nel corso del tempo c'erano stati parecchi dissidi tutti nati da futili motivi fino a quando lo scorso anno erano venuti alle mani. Ad avere la peggio era stato Donadio che, in seguito a uno spintone, era finito a terra. Il 50enne aveva quindi denunciato il proprio vicino in quanto, in seguito alla caduta, si era fatto refertare dal pronto soccorso uscendo con una prognosi di 3 giorni.

Uccide il vicino a sprangate

Da quella denuncia era scaturito un procedimento penale e, nei giorni scorsi, a Zegarac erano stati notificati gli atti. Sarebbe stato questo il motivo per cui il 54enne avrebbe perso la testa maturando il proposito di affrontare il proprio vicino. Secondo quanto dichiarato dallo stesso assassino agli inquirenti dell'Arma, conoscendo le abitudini di Donadio che lavorava come autista per la raccolta dei rifiuti in un'azienda appaltatrice di Hera, mercoledì mattina lo aveva atteso nel piazzale delle roulotte portandosi dietro un manubrio da palestra con l'intenzione di convincerlo a ritirare la querela. Quando la vittima è tornata dal lavoro, il killer ha affrontato il rivale colpendolo violentemente alla testa.

Il cordoglio del Comune

A dare l'allarme, attirato dalle urla, un vicino anche lui residente nel campo delle roulotte che ha chiamato una pattuglia dell'Arma. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto Donadio, seppur esanime, era ancora vivo ed è riuscito a farfugliare alcune indicazioni alle divise prima di perdere conoscenza. Sono stati gli stessi militari, in attesa dell'arrivo dei sanitari del 118, ad iniziare le manovre di rianimazione ma nonostante i loro sforzi e quelli del personale di Romagna Soccorso il cuore del 50enne ha smesso di battere e per lui non c'è stato nulla da fare. Nel frattempo, come ha spiegato poi lo stesso Zegarac durante l'interrogatorio avvenuto alla presenza del proprio avvocato Massimiliano Orrù, l'assassino era entrato nella baracca di Donadio sedendosi all'interno in attesa di essere arrestato. Il killer ha spiegato agli inquirenti di aver cercato semplicemente di convincere il vicino a rimettere la querela e di non sapersi spiegare il perchè aveva con sè il manubrio da palestra, con il quale ha infierito sulla vittima, e il motivo per cui lo ha colpito. Zegarac ha dichiarato di aver avuto una sorta di balckout mentale e di essersi "risvegliato" solo quando si è ritrovato all'interno della baracca della vittima.

Il 54enne, su disposizione del pubblico ministero Luigi Sgambati che ha coordinato l'indagine insieme ai carabinieri della Compagnia di Riccione, è stato quindi arrestato per omicidio volontario e al termine delle pratiche di rito è stato trasferito nel carcere riminese dei "Casetti" in attesa dell'interrogatorio di garanzia che avverrà nei prossimi giorni.

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