Non contestate le aggravanti, verso lo sconto di pena per il killer di Nicola Donadio
La vittima massacrata con un attrezzo da palestra, l'omicida reo confesso avrebbe agito in preda a un raptus che lo vedeva "dissociato"
Si va verso un processo con rito abbreviato, che vale lo sconto di un terzo della pena, condizionato alla perizia psichiatrica Edi Zagarac, lo sloveno 54enne arrestato lo scorso 12 gennaio in flagranza per l'omicidio del 50enne Nicola Donadio. Nei confronti dell'imputato, difeso dall'avvocato Guido Caparrini, il pubblico ministero non ha contestato le aggravanti permettendo così di accedere al rito alternativo anche alla luce di una perizia di parte che ha analizzato lo stato mentale dello straniero al momento del delitto. Secondo il perito, infatti, in quel momento Zegarac era "dissociato" e non in grado di intendere e volere. Sarà il gup, il prossimo 20 ottobre, a decidere per l'ulteriore perizia psichiatrica.
L'omicidio era nato in seguito ai dissapori tra la vittima e il suo assassino con entrambi che, in emergenza abitativa, vivevano nei moduli messi a disposizione dal Comune di Misano nei pressi del depuratore lungo la via Nazionale Adriatica Interna. L'assassino, che già davanti ai carabinieri al momento dell'arresto aveva confessato il delitto, aveva sostanzialmente confermato la sua versione dei fatti anche davanti al Gip. Zagarac, che in passato aveva già litigato con la vittima e dalla quale era stato denunciato per lesioni, aveva ammesso di aver atteso all'alba del 12 gennaio che la vittima rientrasse a casa dal lavoro per cercare di parlargli e di convincerlo a ritirare una querela che aveva sporto in passato nei suoi confronti per dei problemi di vicinato. Il 54enne aveva poi spiegato di aver avuto una sorta di "blackout mentale" quando si è trovato davanti il vicino e, da quel momento, di non ricordare più nulla. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l'assassino avrebbe aggredito Donadio con un manubrio di ferro colpendolo più volte alla testa per poi lasciarlo a terra esanime. Sono stati i vicini, residenti nel campo del Comune di Misano allestito con roulotte e prefabbricati destinati ad alloggiare persone con difficoltà economiche, che sentite le urla della vittima hanno dato l'allarme facendo accorrere i carabinieri.
Quando i militari dell'Arma erano arrivati sul posto, il 50enne era ancora vivo e con i suoi ultimi respiri ha indicato l'aggressore che nel frattempo era entrato nella baracca della vittima dove è poi stato trovato. I carabinieri hanno cercato di rianimare la vittima ma nonostante i loro sforzi, e quelli dell'equipaggio del 118 intervenuto in via Nazionale Adriatica Interna, l'uomo è spirato senza riprendere conoscenza. Zagarac aveva anche raccontato di non avere ricordi di quei minuti e di essersi "risvegliato" nella toilette della baracca di Donadio. Descritto come un uomo mite e di profonda cultura, il 54enne aveva dichiarato di non sapersi spiegare i motivi e di come abbia trovato la forza e il coraggio di uccidere un uomo.