L'omicida di via Campana in lacrime davanti al Gip: “Ho agito d’impulso, non volevo farle del male”
Durante l’interrogatorio l’assassino di Noelia Rodriguez conferma la confessione del delitto e aggiunge nuovi dettagli sulla dinamica
E’ durato appena un quarto d’ora l’interrogatorio di garanzia di Maximo Aldana De La Cruz, il peruviano 54enne già reo confesso dell’omicidio della connazionale 46enne Noelia Rodriguez avvenuto lo scorso 19 maggio in un appartamento dell’Ina Casa di via Dario Campana a Rimini. L’uomo, difeso dall’avvocato Maria Riveccio, in lacrime davanti al gip ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni fatte agli inquirenti della Squadra mobile che lo avevano ascoltato subito dopo il delitto. Il 54enne ha poi fatto alcune precisazioni spiegando come avesse con sé il coltello con il quale ha infierito per 21 volte sul corpo della vittima.
Secondo De La Cruz il fatto di essere arrivato a Rimini, da Milano, con la lama è stato dovuto al fatto che abitualmente lavorava con l’oggetto per tagliare la carne dei polli e che durante il viaggio verso la Riviera si era portato un panino utilizzando poi l’arma del delitto per tagliarlo. Il 54enne, poi, si è detto pentito per l’omicidio aggiungendo di aver perso la testa e di aver agito d’impulso al rifiuto della Rodriguez di accettare l’anello con il quale voleva sposarla.
La 46enne, infatti, aveva deciso di troncare la relazione con l’uomo e questo ha scatenato in De La Cruz la furia omicida. Restano, tuttavia, ancora dei punti oscuri nel racconto dell’uomo che, due settimane prima del delitto, sarebbe già venuto a Rimini per incontrare la donna e tentare di ricucire il rapporto. Questo, e altri dettagli, sono ancora al vaglio degli inquirenti della Mobile per completare il quadro e definire i contorni nei quali è maturato l’omicidio. Nel frattempo il 54enne, che si trova in Italia con un visto turistico oramai scaduto, resterà in carcere.