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Cronaca

Nuovo medico per il servizio di Oncoematologia Pediatrica: è l'oncologo Elena Fabbri

Fabbri, oncologo specialista in pediatria, opera grazie al sostegno diretto di Ior e Arop, nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione e sinergia nell’ambito del sistema delle cure oncologiche sul territorio romagnolo

Un nuovo medico è operativo da qualche tempo nello staff del servizio di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale “Infermi” di Rimini, coordinato dalla dottoressa Roberta Pericoli, nell’ambito dell’Unità Operativa di Pediatria diretta dalla dottoressa Gina Ancora, grazie ad una collaborazione tra Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori Irst Irccs, Istituto Oncologico Romagnolo (Ior), Ausl ella Romagna e Associazione Riminese Oncoematologia Pediatrica (Arop).

Si tratta di Elena Fabbri, oncologo specialista in pediatria, che opera grazie al sostegno diretto di Ior e Arop, nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione e sinergia nell’ambito del sistema delle cure oncologiche sul territorio romagnolo. La dottoressa va ad aggiungersi agli operatori che già svolgono attività esclusiva per il servizio (ai quali si sommano, ovviamente, le consulenze con gli altri professionisti ed operatori dell’Ospedale e dell’Azienda), vale a dire tre medici dedicati (Pericoli, responsabile di struttura semplice, dottoressa Beatrice Filippini, dottor Gianluca Vergine); un medico con contratto libero professionale (dottoressa Valentina Corazzi); un infermiere per turno all’interno dell’area a bassa carica microbica; un infermiere a tempo pieno e uno part time in Day Hospital; una psicologa attiva 5 giorni la settimana con contratto libero professionale (dottoressa Samanta Nucci); una Segretaria dipendente a tempo pieno dell’Associazione Riminese di Oncologiaematologia Pediatrica (Arop) e una data manager (dottoressa Alessandra Affatato) dipendente Ior.

Il servizio - Il centro di Oncoematologia Pediatrica è situato in un’area a bassa carica microbica a pressione positiva disponibile su 6 posti letto (2 stanze singole e 2 a due posti). All’interno di questa area è presente anche una sala giochi, tavolo di lavoro e cucinetta. Di questi 6 posti letto 2 vengono impiegati esclusivamente per i pazienti con patologia oncoematologica. Il centro dispone, inoltre, di Day hospital con stanze dedicate e un appartamento adiacente all’ospedale per ospitare pazienti non residenti in zone limitrofe. Day Hospital che, tra l’altro, è stato recentemente ampliato e ammodernato grazie alla donazione di una benemerita privata cittadina.

Negli ultimi 16 anni sono stati 194 i piccoli pazienti curati nel centro di Rimini, che è uno dei 54 centri di Oncoematologia Pediatrica italiani che può vantare la qualifica di “Centro Aieop”, vale a dire con garanzie di qualità superiori. Un terzo di questi piccoli pazienti è costituito da non residenti in provincia di Rimini, come evidenziato dalla dottoressa Ancora e dalla dottoressa Pericoli.

Stefano Busetti, direttore Medico del presidio Ospedaliero di Rimini, Santarcangelo e Novafeltria, ha evidenziato come questo progetto sia anche simbolico: ne emerge infatti la grande collaborazione che sempre più si sta strutturando all’interno della rete oncologica romagnola che vede Irst e Ausl Romagna sempre più vicini. Concetti ribaditi anche dalla dottoressa Ancora e dalla dottoressa Pericoli, le quali hanno anche evidenziato la gratitudine nei confronti di Ior, Arop ed Irst per la disponibilità dimostrata, con l’auspicio che in futuro si possa concretizzare anche su altri progetti.

Il direttore dello Ior Fabrizio Miserocchi ha sottolineato come "questa iniziativa risponde alla mission dello Ior, affiancare la struttura pubblica in progetti di valore, legati all’oncologia, che soddisfano i bisogni dei cittadini romagnoli. Voglio anche dare merito al lavoro di squadra fatto da Ior, Irst Irccs, Arop e Ausl Romagna che in pochi mesi ha analizzato un bisogno e ha trovato una soluzione. Da padre di famiglia e riminese sono felice che sia riconosciuto il valore di questo reparto che oggi assiste bambini da tutta la Romagna. Auguro allo staff della dott.ssa Roberta Pericoli e alla dottoressa Elena Fabbri di continuare nell’eccellente lavoro svolto finora”.

Mentre il presidente dell’Arop Romagnoli ha a sua volta sottolineato che “in ambito sanitario la differenza la fanno le persone, perciò siamo stati felici di aver contribuito a questo progetto, così come saremo felici di partecipare ad altri progetti in futuro”. Per quanto attiene all’Irst, il direttore sanitario Mattia Altini ha spiegato che “sono due le ragioni che oggi mi rendono estremamente felice: la prima riguarda il fatto che questo progetto sia la dimostrazione di quanto le grandi cose si possano realizzare solo unendo le forze; l’altra ragione, invece, è personale: in quanto padre di tre figli mi sento tutelato dalla presenza nel nostro territorio di un polo oncoematologico pediatriaco così qualificato, pienamente inserito nella programmazione regionale e in grado di dialogare a pieno titolo con il centro di riferimento così come definito dal decreto Balduzzi. La presenza del Servizio di Rimini assicura la possibilità di usufruire di assistenza in prossimità, elemento fondamentale per la famiglia del piccolo paziente”.

Mentre il professor Dino Amadori ha osservato come “dagli interventi che mi hanno preceduto traspaiono le grandi aspettative che ci sono verso lo sviluppo di questo servizio; ma io sono convinto sia possibile fare ancora di più, raggiungere obiettivi ancora più grandi. All’interno del network che abbiamo intenzione di promuovere – una rete a guida Irst e Ausl che sappia valorizzare le competenze sia nella gestione delle terapie non invasive sia in quelle chirurgiche; una rete che sia riconosciuta a livello europeo per le attività di ricerca – una realtà come l’Oncoematologia pediatrica trova una collocazione fondamentale, l’occasione continua di crescita. Così come quando partì la mia avventura professionale anche oggi per realizzare grandi progetti occorre siano ricompresi tre elementi: l’analisi dei bisogni e della situazione, un’idea seria, il sostegno di tanti. Primo frutto di questa consapevolezza fu, nel ’79, la nascita dello Ior, associazione che oltre a permettere alla Romagna di raggiungere un livello di assistenza oncologica tra le migliori, precorreva in sé il concetto di Area Vasta, il fatto che solo uniti si possano ottenere risultati importanti. Lo stesso metodo mi permette di sostenere che oggi il network sia la miglior risposta ai crescenti bisogni dei malati. E’ un progetto complesso, ma partiamo dalla miglior premessa: il fatto che Irst e Ausl riconoscano l’un nell’altro una grande opportunità di crescita”.

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