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Cronaca

Ospizio degli orrori, l'Ausl: "Villa Franca era stata controllata in estate"

L'assessore regionale alle Politiche per la salute dell'Emilia-Romagna, Sergio Venturi annincia la verifica di tutte le Case famiglie presenti nel territorio

Dopo la scoperata fatta dai carabinieri di Rimini su quanto avveniva a "Villa Franca", l'ospizio degli orrori dove gli anziani erano sistematicamente maltrattati, l'Ausl di Rimini interviene sui controlli fatti all'interno della struttura. "L’Azienda - si legge in una nota stampa diramata venerdì - ha fattivamente collaborato con le forze dell’ordine e la Magistratura fin dall’inizio delle indagini, così come peraltro ha fatto e farà, in tutte le analoghe circostanze. Rispetto alla struttura specifica si può aggiungere che il 6 luglio scorso la stessa è stata sottoposta a controllo da parte della Commissione aziendale, e che anche nel 2017 avevano avuto luogo controlli, da parte di altro soggetto istituzionale; in entrambi i casi non erano stati rilevati elementi di rilievo. L’Azienda, che ha operato anche per la ricollocazione dei pazienti, continua a svolgere la propria attività ponendo un’attenzione sempre crescente ad un fenomeno – quello delle Case famiglia fino a 6 posti letto – che purtroppo risulta nei fatti difficile da monitorare con l’efficacia auspicata da Istituzioni, famigliari, ed opinione pubblica".

Allo stesso tempo, l'Ausl spiega che "Nel territorio provinciale di Rimini insistono 33 case famiglia con non più di 6 posti letto, che non richiedono autorizzazione al funzionamento ma hanno il solo obbligo di Dichiarazione di Inizio Attività (Dia) da indirizzare al Comune. A queste strutture si aggiungono ulteriori 19 strutture accreditate per oltre 900 posti letto e 26 non accreditate, per oltre 800 posti letto. L’Azienda ha una procedura aziendale, per la “Gestione dell’attività di verifica e monitoraggio e controllo delle Case di Riposo per Anziani e dei Centri Diurni accreditati” che prevede almeno tre controlli annui su ogni struttura. Come da normativa regionale, tutte le strutture per anziani, sia le case famiglia, sia le strutture di maggiori dimensioni, accreditate e non accreditate, vengono sottoposte ad appositi controlli, condotti congiuntamente da personale clinico assistenziale e da personale del Dipartimento di Sanità Pubblica, senza preavviso e anche in orari non convenzionali, in ordine al benessere dei pazienti e alle condizioni igienico sanitarie delle strutture stesse. In aggiunta a ciò, il 12 giugno scorso, la Direzione Generale dell’Ausl Romagna, dopo positivo confronto all’interno della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, proprio per mantenere un’attenzione più alta possibile su questo delicato tema ha varato un piano straordinario di ulteriori controlli, da svolgersi tutti in orari non convenzionali, in collaborazione con gli Enti Locali e con prestazioni aggiuntive del personale aziendale. La Regione peraltro, nel corso del 2018, ha condiviso con Aziende sanitarie e Comuni Linee guida, frutto di un accordo con associazioni di pazienti e famigliari, miranti ad un percorso di omogeneizzazione dei regolamenti relativi all’iter autorizzativo per le case famiglia, in particolare sui requisiti strutturali e organizzativi (confort, attività ricreative, servizi aggiuntivi…), al numero e alla qualifica del personale; linee guida che contemplano anche la possibilità di creare albi delle “Case Famiglia di Qualità” cui possono iscriversi solo quelle che garantiscano elementi ulteriormente migliorativi per la qualità di vita degli utenti".

Sull'argomento è intervenuto anche l'assessore regionale alle Politiche per la salute dell'Emilia-Romagna, Sergio Venturi, che ha definito quanto accaduto nella struttura riminese "Un fatto vergognoso, gravissimo, orribile, che non può essere tollerato. Ringraziamo quindi la Procura e l'Arma dei Carabinieri di averlo portato alla luce". "Persone anziane, fragili e indifese - sottolinea Venturi - che più di ogni altro avrebbero diritto di essere accudite con la massima dignità e rispetto e che, invece, vengono maltrattate: tutto ciò è inaccettabile per le vittime di questi abusi, i loro familiari, i tanti operatori che svolgono con dedizione il proprio lavoro, ma anche per l'intero sistema di assistenza della nostra regione. Un sistema  che funziona, e che invece rischia ingiustamente di essere infangato 
da episodi così gravi".

Entro l'anno sarà completata la verifica di tutte le Case famiglie presenti nel territorio regionale, "ma evidentemente - spiega Venturi - non basta. Per questo nel 2019 intensificheremo ulteriormente i controlli anche attraverso visite fatte senza preavviso e fuori dagli orari di apertura al pubblico. Chiedo ai famigliari degli ospiti che ci aiutino a prevenire queste situazioni, segnalando agli Enti locali, alle Aziende sanitarie e alle Forze dell'ordine ogni minimo sospetto e situazione che desti l'idea di un maltrattamento: il contributo delle famiglie è fondamentale".

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