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Cronaca

Nei paesi le banche chiudono e meno autobus. "I bonus non bastano, l’entroterra va ripensato"

Intervento del sindaco Sadegholvaad sul tema desertificazione dei piccoli paesi: "Sempre meno servizi, sempre più alto il rischio di spopolamento: non allarghiamo la distanza tra centro e aree marginali"

L’entroterra perde servizi e rischia la desertificazione. Un tema su cui occorrerebbero politiche mirate. Perché vivere nei piccoli paesi sta diventando sempre più un sacrificio. Trasporto pubblico razionalizzato, mancanza di presidi sanitari, gli uffici bancari che chiudono. Sul tema arriva una posizione del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad: “occorrerebbe assumere questo tema come priorità, e non pensare che basti qualche bonus e qualche festa o evento a salvare quello che è il nostro territorio e non un pezzo distante di esso”

Senza sportelli e banche

Diversi istituti bancari stanno chiudendo sportelli nei Comuni collinari e più lontani dalla linea di costa. Queste chiusure riguardano anche paesi della provincia di Rimini, in particolare in Valconca e in Valmarecchia. “Tenere aperti uffici in realtà territoriali limitate – sottolinea il primo cittadino - è diseconomico per i privati. Motivazione comprensibile da questo punto di vista, se non fosse però che allarga ancor più la distanza tra centro e aree marginali anche nella provincia di Rimini. Sempre meno servizi, sempre più alto il rischio di spopolamento e desertificazione demografica”.

A inizio anno il sindaco aveva già posto una riflessione sullo stesso tema, riguardo la progressiva rarefazione delle corse e l’incremento dei costi del trasporto pubblico per chi vive al di fuori della realtà metropolitana. “Il risultato è quello che osserva ognuno di noi quando, magari nei fine settimana, si reca in uno dei comuni dell’entroterra. Belli, bellissimi, suggestivi ma evidentemente a principale ‘trazione turistica’. Calo demografico evidente, sempre meno servizi, sempre meno residenti soprattutto giovani perché sempre meno sono i servizi”.

Cambio di strategia

“Credo che questa sia un vero problema, locale e nazionale, del tutto assente nella campagna elettorale ma la cui soluzione o non soluzione segnerà il futuro dell’Italia per i prossimi 50 anni – conclude Sadegholvaad -. Occorrerebbe un cambio di gioco radicale, occorrerebbe pensare alle aree marginali non come piattaforma a cui togliere servizi (pubblici e privati) allorché scatta la parola ‘razionalizzazione’, ma territori sui quali investire; occorrerebbe riflettere anche su una pozione culturalmente indiscutibile, che vuole l’entroterra museificato, per riaprire il tema dell’edilizia, senza consumare nuovo suolo ma semplicemente ripristinando la possibilità di recuperare nel patrimonio abitativo sfitto per metterlo a disposizione a prezzi calmierati per giovani coppie”.

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