La pandemia è sotto controllo ma il virus muterà. "Va prolungato l'obbligo della mascherina al chiuso"
Il primario Luigi Lazzari Agli, oggi capo dipartimento Medicine Specialistiche: "Il virus muterà e farà salti di specie, difficile fare previsioni precise anche se i vaccini hanno modificato la storia della malattia"
“L’infezione da Sars CoV 2 ora è sotto controllo; non è debellata ma siamo in grado di limitarne gli effetti”. Il medico Luigi Lazzari Agli è stato tra i primi specialisti, a Rimini, in prima linea nella lotta al Coronavirus. Da qualche giorno, a partire dallo scorso 1 aprile, ha assunto l’incarico di capo dipartimento Medicine Specialistiche di Rimini che comprende i reparti di Pneumologia di Riccione, Malattie infettive di Rimini, Nefrologia e dialisi di Rimini, Gastroenterologia e Endoscopia digestiva di Rimini. Terminato lo Stato di Emergenza è il momento di un bilancio sull’attività svolta, analizzando il difficile periodo affrontato e quelli che potranno essere gli sviluppi del virus. “Se oggi la situazione è sotto controllo – spiega il primario -, è grazie a tre importanti azioni che sono state intraprese: trattamenti efficaci della malattia, vaccinazioni e comportamenti virtuosi”.
A Rimini avete affrontato tra i primi il Coronavirus. Come si sta evolvendo il virus e cosa è cambiato tra le prime ondate e oggi nella gestione dei casi più gravi che richiedono il ricovero in ospedale?
“Sono state definite ed applicate efficaci strategie di intervento nelle diverse fasi della malattia: sappiamo come comportarci all'insorgenza dei sintomi ma anche quali terapie utilizzare in caso di aggravamento alla comparsa di polmonite, di insufficienza respiratoria o di complicanze vascolari; abbiamo imparato come agire nelle diverse tipologie di pazienti, nei soggetti fragili, negli anziani o in quelli affetti da malattie croniche; stiamo imparando come individuare e gestire gli esiti invalidanti della malattia che attualmente vengono riassunti dalla definizione long-covid”.
I vaccini sono lo strumento più efficace. Oggi avete e utilizzate delle cure specifiche che stanno dando buoni riscontri?
“L’aspetto determinante è stato sicuramente il raggiungimento di un efficace grado di immunizzazione in una alta percentuale di popolazione grazie al senso civico delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale con tre dosi; ora possiamo dire che questi strumenti di prevenzione funzionano e sono sicuri. I vaccini hanno modificato la storia naturale della malattia, pur non riducendo la circolazione del virus, nei soggetti infettati hanno drasticamente ridotto le probabilità di sviluppare una malattia grave e questo ha avuto come risultato un minor numero di ricoveri, un minor numero di pazienti nei reparti di terapia intensiva e semi intensiva, un minor numero di pazienti con esiti cronici ed in definitiva un minore stress sulle strutture sanitarie”.
Dal 1° aprile siamo usciti dallo Stato di Emergenza, i casi sono diminuiti ma ogni giorno vengono segnalati centinaia di positivi e decessi. E' tempo di parlare di post Covid o è prematuro. Cosa dobbiamo aspettarci?
“In questi giorni si sta parlando di ritornare agli stili di vita precedenti la pandemia; personalmente ritengo che questo non sia ancora possibile: nei due anni passati abbiamo imparato quale è il valore di un comportamento virtuoso attraverso l’applicazione di buone pratiche come l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento fisico, quest’ultimo naturalmente quando possibile. L'efficacia delle mascherine è stata evidente soprattutto negli ospedali: il personale sanitario che, data la natura del proprio lavoro è esposto frequentemente al virus, si è ammalato con percentuali molto basse anche se impegnato in attività a rischio; nella mia unità operativa, dove siamo molto rispettosi delle buone regole, su tutto il personale medico abbiamo avuto solo due casi di infezione e nessuna delle due è stata contratta durante l’attività lavorativa. Per questo, mia opinione personale, non capisco quali possano essere i problemi del governo a prolungare l’obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi e in caso di assembramenti, vista l’alta efficacia priva di rischi ad un basso costo. Tutto questo per dire che adesso la pandemia è sotto controllo, è diventata un “rumore di fondo” a cui ci siamo abituati anche se nessuno può prevedere cosa succederà in futuro con le nuove varianti; il virus, essendo una macchina darwiniana fa quello che è il suo lavoro da milioni di anni: muta, si seleziona e fa salti di specie, difficile fare previsioni precise”.
Si parla molto della nascita delle nuove Case della Salute. Rispetto alle specialità di cui si occupa, potranno essere di supporto? E nel concreto in quali aspetti vi potranno affiancare nel futuro?
“Il virus rappresenta il passato, non è più una emergenza però ha assorbito risorse ingenti, economiche e non, ha duramente posto sotto stress il sistema; la sfida attuale nostra e del Ssn per i prossimi mesi riguarderà il recupero dei livelli di assistenza pre pandemia; dobbiamo ridare ai nostri concittadini in termini di cura ciò che il virus ha tolto in questi due anni e recuperare quanto è rimasto in sospeso, ridefinire i percorsi e le priorità anche in relazione alla sostenibilità economica; inoltre il Covid ha fatto capire quanto sia importante la gestione sul territorio del paziente affetto da patologie croniche. Si dovrà cogliere questa finestra temporale per creare o ridefinire i percorsi tra le strutture ospedaliere ed il territorio. Gli ambulatori della cronicità delle Case della Salute rappresentano una ottima opportunità per dare efficienza al sistema. Come pneumologia stiamo creando i presupposti perché ciò si realizzi nei confronti dei pazienti affetti da bronchite ostruttiva cronica (Bpco) e da insufficienza respiratoria cronica, utilizzando anche strumenti di cura non convenzionali come possono esserlo la telemedicina, la televisita ed il monitoraggio a distanza”.