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Martedì, 5 Dicembre 2023
Cronaca

Parco Eolico, scatta l'ora dei timori. "Paura per il paesaggio, le pale vanno ulteriormente allontanate"

Il presidente della Provincia Santi: "Si chiede di prevedere un ulteriore allontanamento dalla linea di costa". Confartigianato: "Pale di oltre 200 metri di altezza, rischia di rimetterci il turismo"

Entra nel vivo il dibattito relativo al nuovo Parco Eolico. Con il progetto che punta al largo delle coste del Riminese, nell’Adriatico. Sono queste le ultime ore per presentare le osservazioni, a fronte di quanto avanzato dai proponenti di Energia Wind 2020. L’istanza è stata giudicata procedibile dal Ministero per la Transizione Ecologica e scadono ora i 30 giorni di tempo inseriti nella fase di Via (valutazione di impatto ambientale). Secondo quando inserito nel progetto la distanza minima degli aerogeneratori dalla costa varia da 11,2 km a 17,6 km a seconda delle alternative proposte e l’impianto si estende verso il largo sino a 33,3 km. Un tema centrale, su cui si alimenta il dibattito. In queste ore è intervenuta con un atto ufficiale anche la Provincia di Rimini, a spiegare la posizione è il presidente Riziero Santi: “Le ipotesi formulate dal nuovo progetto, dopo le prime osservazioni presentate dai Comuni, sono migliorative di quanto precedentemente presentato; tuttavia, non accolgono pienamente la richiesta di allontanare il più possibile le pale eoliche. Si chiede quindi di prevedere un ulteriore allontanamento dalla linea di costa, diminuendo ancora l’impatto visivo”.

Nel frattempo c’è chi, come nel caso dell’associazione Basta Plastica in Mare, ha richiesto una proroga delle tempistiche per la presentazione delle osservazioni. L’ultima data utile è quella di mercoledì 9 ottobre. Ma sul tema la Provincia si è già mossa, come continua a sottolineare il presidente Santi. Ecco una parte delle richieste contenute nel lungo documento: “In merito al tema della produzione e di utilizzo di energia rinnovabile in loco, si ritiene necessario fare in modo che una parte dell’energia rinnovabile prodotta dall’impianto sia messa disposizione delle comunità locali per usi di tipo sociale – scrive la Provincia – come per spedali, scuole, strutture di accoglienza sociale, servizi per la casa convenzionati e simili. In sostanza si chiede che si renda possibile fin da subito, attraverso accordi formali, da sottoscrivere tra le parti interessate, la cessione pluriennale a costi calmierati di una parte dell'energia prodotta dall’impianto in questione, possibilmente attraverso l’intermediazione di una società di diritto pubblico o a partecipazione pubblica, al fine di favorire le comunità coinvolte dalla realizzazione dell’impianto in oggetto”.

Sul tema interviene Davide Cupioli, presidente di Confartigianato imprese Rimini: “Il tema dei rincari energetici ha investito pesantemente noi artigiani e i nostri cicli produttivi; quindi, è auspicabile che si prendano strategie nell’immediato per l’emergenza e per il lungo periodo. L’accelerazione sulla realizzazione del parco eolico nel tratto di mare tra Rimini e Cattolica ci preoccupa e le perplessità sono più di una. Non vorremmo che si corresse troppo, con il rischio di non analizzare approfonditamente il rapporto costi/benefici. Dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed economico siamo contrari perché, in un’aerea a forte vocazione turistica come la nostra, sarebbe la rovina di un patrimonio costruito in tanti anni. Per la nostra economia il turismo è un motore importante, senza dimenticare il mare e la pesca che da sempre sono state una ricchezza per il nostro territorio. Non è ancora chiaro, poi, se la ricaduta sul territorio ci sia e in quali termini, poiché l’impianto andrà in rete nazionale. La nostra non è una barricata, ma un’attenta e ponderata riflessione sul nostro territorio poiché poi non si può tornare indietro”.

Così Mauro Vanni, presidente Confartigianato Imprese Demaniali: “La nostra organizzazione non è contraria né al parco eolico, né ad altri sistemi di produzione di energia elettrica alternativi. Siamo contrari a questo parco eolico, così come ci è stato presentato, con pale di oltre 200 metri di altezza, a nove miglia e mezzo dalla costa, che deturperebbero il paesaggio e l’orizzonte del nostro mare, una delle pochissime cose che non abbiamo ancora contaminato. Negli ultimi anni, con la realizzazione del Parco del Mare e altri interventi, si è invertita la tendenza di cementizzazione che aveva caratterizzato i decenni precedenti. Con il parco eolico torneremmo ad inquinare visivamente il territorio. Il turismo è la nostra industria, dobbiamo salvaguardarlo. Creare un ecomostro sull’onda dell’emotività legata ad un’emergenza che potrebbe essere solo temporanea, è pericoloso. Rischiamo di deturpare il nostro mare a vita e non potremmo più tornare indietro. Questo va contro le politiche di tutti i comuni della nostra costa, che negli ultimi anni hanno cercato di riqualificare il lungomare con una certa sensibilità dal punto di vista ambientale. Andare ad invertire questa rotta non ha senso. Siamo invece favorevoli alla costruzione di parchi eolici fuori dalla portata visiva, ad oltre 50 km della costa, oppure in aree non turisticamente interessate. In altre condizioni, potrebbero diventare addirittura un’attrazione turistica”.
 

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