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Cronaca

Parrucchieri ed estetisti di fiducia fuori comune, Cna: "Consentire gli spostamenti in zona arancione"

Ranucci: "Questi operatori pur rimanendo aperti vedono il proprio giro d'affari di gran lunga ridimensionato, con gravi ripercussioni"

Con l’Emilia-Romagna nella zona arancione, resta esclusa la possibilità degli spostamenti intercomunali per i servizi alla persona (acconciatori, estetisti, tatuatori), a meno che nel territorio comunale non si registri l’assenza di tali attività. Un divieto che, tranne la breve parentesi con i giorni di zona gialla “rafforzata” durante le festività, dura ormai dallo scorso 15 novembre e che sta mettendo a dura prova la tenuta di parrucchieri ed estetisti del territorio. "Di fatto, questi operatori pur rimanendo aperti vedono il proprio giro d’affari di gran lunga ridimensionato, con gravi ripercussioni - afferma Simonetta Ranucci, portavoce provinciale e regionale di Cna Benessere e Sanità settore estetico - Non dobbiamo dimenticare che queste imprese applicano ferrei protocolli di sicurezza, ricevono per appuntamento la propria clientela e garantiscono il contingentamento dei flussi e hanno fatto della personalizzazione del servizio il loro punto di forza".

simonetta ranucci - cna - responsabile benessere-2

Prosegue Ranucci: "Sono stati numerosi gli appelli per utilizzare i servizi alla persona di vicinato all’interno del proprio comune, ma queste attività da sempre hanno la particolarità di basarsi su un legame di fiducia molto forte e difficilmente rinunciabile. Sarebbe una soluzione quella di poter permettere di giustificare gli spostamenti per recarsi dal proprio parrucchiere o estetista di fiducia, almeno nell’ambito della propria provincia. Aspetto non secondario, oltre a dover fare i conti con una pesante contrazione dei consumi interno e all’impossibilità di fare affidamento sulla clientela abituale, queste imprese sono anche escluse dai ristori previsti dai decreti nazionali, perché sulla carta possono continuare a svolgere la nostra attività e per questo hanno anche investito tempo e denaro per rispettare i protocolli di sicurezza: un paradosso letale per le imprese". 

Cna evidenzia inoltre, come ha rivelato Unioncamere regionale, che il 14% delle imprese artigiane pensa di abbassare definitivamente le saracinesche nel 2021. "Non ci stupiremmo se molte di queste fossero imprese di questi settori, molto probabilmente quelle dei piccoli comuni". È evidente, conclude la Ranucci "come la loro chiusura possa contribuire all’impoverimento delle zone più fragili del nostro territorio".

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