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Cronaca

Parte l'Osservatorio provinciale contro la criminalità organizzata

Presentato lunedì mattina l’Osservatorio provinciale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso - Promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile

Presentato lunedì mattina l’Osservatorio provinciale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso - Promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. L’incontro, promosso dalla Provincia di Rimini e dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Comuni di Bellaria-Igea Marina e Cattolica, rientra nel programma delle iniziative del progetto europeo DIPAFEC (Data Integration and Public Awareness on Financial and Economic Crime) che ha come partner l’Associazione Ilaria Alpi. All’incontro ha partecipato il Prefetto di Rimini, Claudio Palomba, le forze dell’ordine, la Camera di commercio, i Sindaci del territorio provinciale e le polizie municipali, l’A.Usl, i sindacati provinciali, le associazioni di categoria, Legacoop e Confcoop, le associazioni di volontariato di settore.

Gli interventi

L’incontro è stato introdotto dall’intervento del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali. Il Sindaco di Bellaria – Igea Marina, Enzo Ceccarelli, ha nel suo saluto posto l’attenzione “sul fenomeno dei passaggi di proprietà e dei subentri nelle attività commerciale, soprattutto quelle a carattere stagionale come gli alberghi; ambiti nei quali è doveroso vigilare e porre le maggiori cautele. Inoltre il Comune di Bellaria ha avviato con le scuole del proprio territorio attività educative e formative, anche per gli insegnanti, per potenziare e sensibilizzare i cittadini e gli studenti ad una cultura della legalità”.

Al  vicesindaco del Comune di Cattolica Alessandro Bondi (nonche Professore di Diritto all’Università di urbino) è invece spettata la lezione riguardante lo strumento giuridico della confisca, in particolare quelli dei beni mafiosi. Bondi, nel suo intervento, ha anche reso noti alcuni dati relativi ai beni confiscati alla mafia sul territorio, 83 immobili e 24 aziende in Emilia Romagna, 5 immobili, di cui 4 già confiscati in provincia di Rimini. “Numeri – commenta Bondi – ancora insufficienti, se pensiamo che proprio in riviera fenomeni come quelli della ricchezza, della stagionalità delle attività commerciali, degli ingenti passaggi di denaro, creano un substrato assai appetibile per la malavita che, come ricordava Falcone, segue la scia dei soldi”.

Il Prefetto di Rimini, Claudio Palomba, si è invece soffermato sul concetto di prevenzione che “a differenza di anni passati, non può più essere solo esclusiva delle forze dell’ordine ma deve entrare a far parte di una sorta di sicurezza partecipata non solo da Istituzioni ed Amministrazioni ma anche dalla cittadinanza e dalla società civile. Anche il nostro territorio non è esente infatti dai pericoli della criminalità, ecco perché è necessario intensificare gli sforzi e gli strumenti per la prevenzione, come quelli già avviati sul controllo degli appalti nell’edilizia e sul lavoro nero. È poi importante riuscire a velocizzare e sburocratizzare le pratiche che permettono il riutilizzo, a fini sociali, dei beni confiscati alle mafie. È necessario inoltre aprire le informazioni e metterle in comune, incrociando e confrontando le diverse banche dati ora in possesso a diverse Istituzioni”.

Gian Guido Nobili(Responsabile area Ricerca e progettazione del Servizio Politiche per la sicurezza e polizia locale della Regione Emilia Romagna) ha presentato la legge regionale ‘Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’.

La mission dell’Osservatorio Provinciale per il monitoraggio e l’analisi dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso.

Prima di ogni iniziativa o azione è necessaria l’analisi degli accadimenti criminali, propria di un approccio scientifico al problema. Questa in estrema sintesi la mission dell’Osservatorio Provinciale per il monitoraggio e l’analisi dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso.

La Provincia di Rimini avrà il compito di coordinare e svolgere le attività dell’Osservatorio, in particolare la gestione di pagine web sul sito della Provincia di Rimini in cui confluiranno le banche dati dei comuni – anagrafe, sportello unico delle imprese e dell’edilizia – per poi elaborare i dati sulla base di una griglia di indicatori.  L’Osservatorio raccoglierà informazioni e segnalazioni dei cittadini e collaborare all’organizzazione di specifiche iniziative. All’Osservatorio prenderanno parte i comuni della provincia, la Camera di Commercio, la Prefettura e la Questura di Rimini, le associazioni di categoria e sindacali, le associazioni di volontariato.

Perché l’Osservatorio possa dimostrarsi uno strumento efficace e davvero utile, dovrà essere flessibile, selettivo ed operativo, così da coinvolgere di volta in volta solo i soggetti interessati ad una determinata dinamica, senza dover ricorrere a procedere che finirebbero per allungare inevitabilmente tempi e risultati. Lo spazio web avrà un doppio livello di consultazione; un livello pubblico dove le informazioni sono diffuse e “depurate” dai dati personali e sensibili e visionabili dal tradizionale utente di internet, ed un livello nascosto, contenente la totalità dei dati, raggiungibile solo dagli addetti ai lavori e dalle forze di polizia che sapranno leggere l’evolversi di determinati fenomeni. Indispensabile il contributo che la società civile porterà su questo fronte, non solo a livello di sostegno civile alle autorità e agli inquirenti che sono chiamati ad affrontare, dal punto operativo, il fenomeno, ma anche in termini di rete sociale che sappia difendere e tutelare l’integrità della comunità.

A sostegno dell’Osservatorio, la Provincia di Rimini ha sottoscritto in passato un Protocollo di legalità con la Prefettura di Rimini per contrastare infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti. Si tratta di una misura importante che prevede il monitoraggio e interventi preventivi che hanno l’obiettivo di impedire potenziali propagazioni di sodalizi criminali organizzati, assicurando la legalità a partire da uno dei settori tradizionalmente più vulnerabili, quale quello degli appalti di opere e dei lavori pubblici. Questo si traduce in impegni rigorosi sul fronte del rispetto della sicurezza delle condizioni lavorative, dell’obbligo della denuncia di richieste illecite di denaro o di offerte criminali di protezione, delle regole sui subappalti, della verifica dell’adempimento degli obblighi retributivi e contributivi e dei flussi finanziari.

L’Osservatorio, inoltre, avrà sezioni e da banche dati, implementabili e interrogabili dagli organi deputati, ma anche dal fitto e costante scambio di informazioni tra i soggetti che ne faranno parte; un’azione dell’Osservatorio sarà proprio il continuo interscambio di dati, notizie, segnalazioni. Insomma, un occhio attento ai movimenti, alle dinamiche societarie ed individuali, capace di leggere i dati che possono dare vita a illeciti organizzati su larga scala, e che sia per questo garante dell’onesta attività imprenditoriale e della libera iniziativa.

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