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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Pasqua, polemiche sul meteo: "Nomignoli deprimenti, esser più scientifici"

"Perplessità circa le modalità con le quali vengono prima gestite e quindi comunicate le informazioni relative alle previsioni metereologiche". E' quanto scrivono gli assessori Melucci, Bellavista e Galli

"Perplessità circa le modalità con le quali vengono prima gestite e quindi comunicate le informazioni relative alle previsioni metereologiche". E' quanto manifestano in una lettera inviata ai responsabili delle informazioni metereologiche da Maurizio Melucci (assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna), Iglis Bellavista (assessore al Turismo della Provincia di Forlì-Cesena) e Fabio Galli (assessore al Turismo della Provincia di Rimini).

"Proprio quanto accaduto durante le recenti festività pasquali, ha messo in luce quello che, a ben guardare, si è elevato da status di ‘opinione in libertà’ a problema con incidenza tangibile sulle aree ad elevata capacità turistica: la non sufficiente precisione della comunicazione del ‘tempo che fa’ da parte dei media (giornali, radio, tv, web, social network) si riverbera immediatamente sul numero di partenze verso le località turistiche a ridosso di festività o ponti - continuano gli assessori -. Quanto si è verificato sulla Riviera romagnola tra il 31 marzo e l’1 aprile è perfetta esemplificazione: bollettini metereologici catastrofici nei giorni precedenti, disdette alberghiere, rinuncia alle prenotazioni, poi nella realtà una situazione del tempo più che accettabile, con una prevalenza del sole rispetto alla pioggia nell’arco delle 48 ore".

Melucci, Bellavista e Galli sottolineano come sia "ormai chiaro che l’evoluzione del ‘fare vacanza’, specie nelle fasi dell’anno al di fuori dalle canoniche ferie estive, propende sempre più verso la riduzione del periodo (il cosiddetto ‘mordi e fuggi’) e il condizionamento delle previsioni meteo. Un elemento motivazionale quest’ultimo che, se sino a ieri appariva marginale, ora risulta determinante, quanto e come l’offerta di iniziative e servizi che può o non può allestire un territorio. Tale constatazione, anzi dato di fatto sociale, dovrebbe convincere i responsabili delle previsioni meteo ad elevare il grado di scientificità della comunicazione, quantomeno evitando sintesi di grana grossa che- se particolarmente ‘appetitose’ per gli organi d’informazione- si allontanano palesemente dall’accadimento fattuale, ben oltre il confine discrezionale della ‘previsione’".

"Nonostante ne rappresenti la seconda industria per importanza e indotto, il settore dell’ospitalità in Italia è costantemente considerato dagli organi d’informazione un evento comparabile a una calamità naturale - aggiungono gli assesori -. Una breve rassegna stampa degli ultimi 40 anni metterebbe sicuramente in luce come, in accostamento al termine ‘turismo’, a prevalere (nettamente) siano le notizie che danno conto dei disagi negli spostamenti, dei rincari dei prezzi, degli eccessi pericolosi. Recentemente si è aggiunto il ‘meteo estremismo’, peraltro caratterizzato da nomignoli coniati proprio per esaltarne il limite estremo e dunque inconsciamente deprimenti".

"Sussiste in definitiva una questione culturale di approccio all’industria della vacanza che però ha rilievo e incidenza sempre più elevate anche sull’economia e sui territori di riferimento. Per questo chiediamo uno sforzo in più da parte Vostra al momento di comunicare quelle previsioni metereologiche che, con scansione geometrica, vengono poi rimbalzate su ogni strumento mediatico, pubblico e privato", concludono Melucci, Bellavista e Galli.

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