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Cronaca Saludecio

Passò e ripassò con le ruote dell'auto sull'uomo che voleva uccidere: condannato anche in Appello

Le indagini dei Carabinieri della Sezione Operativa e Radiomobile, che si svolsero tra Forlì e Cattolica, riuscirono presto a identificare il sospetto, un uomo residente a Saludecio già noto alle forze dell'ordine

Il processo di Appello ha riconfermato il giudizio di primo grado, con la condanna per tentato omicidio. Resta quindi in carcere  Sergio Arfelli, 69 anni nativo di Ravenna, attualmente recluso nelle Marche, per la condanna a 10 anni ribadita giovedì dalla Corte d'Appello di Bologna. L'uomo passò per ben tre volte con l'auto sul corpo dell'uomo che voleva uccidere, il tutto con una Fiat Punto rubata appositamente per non essere identificabile.  Il tutto avvenne il 17 dicembre 2019 in viale Roma, a Forlì. La giustizia in questo caso ha fatto il suo corso velocemente: in meno di un anno e mezzo dall'episodio si sono già completati due gradi di giudizio, con la condanna inflitta dal gup De Giorgi (ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato) confermata come richiesto dal procuratore generale. La vittima, difesa dall'avvocato Fabrizio Bellavista del foro di Palermo può ben definirsi miracolata per essere sopravvissuta a tre investimenti ripetuti nel giro di pochi secondi, ma ha riportato numerose fratture, in particolare alla gamba. Ancora claudicante, a 75 anni si trova con due interventi chirurgici ancora da eseguire per far fronte agli effetti del ferimento.

La follia omicida scattò la mattina presto, intorno alle 7,20, del 17 dicembre 2019, in viale Roma, tra la rotonda del liceo Classico e l'incrocio con via Campo di Marte. Il 74enne forlivese era appena uscito di casa quando venne travolto nel vialetto pedonale dalla Fiat Punto. Colpito una prima volta, si rialzò per urlare contro il suo investitore, temendo che si desse alla fuga per quello che riteneva di primo acchito un incidente stradale. Ma la Fiat Punto fece retromarcia, puntò e colpì l'anziano in terra una seconda volta e poi addirittura una terza, con l'intento di arrotarlo. La sequenza è stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza di un'attività commerciale nei paraggi. 

Le indagini dei Carabinieri della Sezione Operativa e Radiomobile, che si svolsero tra Forlì e Cattolica, riuscirono presto a identificare il sospetto, un uomo residente a Saludecio già noto alle forze dell'ordine del Riminese per vicende connesse a grossi quantitativi di droga, che riguardavano lui e la compagna. Qualche giorno prima l'uomo, ricercato per altro motivi, a Riccione avrebbe speronato un'auto dei carabinieri per darsi alla fuga. Poi al momento dell'arresto per i reati commessi nel Riminese erano scattati anche gli accertamenti più approfonditi sul tentato omicidio di Forlì. All'attività investigativa ha partecipato anche la sezione giudiziaria della Polizia Locale dell'Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, che aveva effettuato i rilievi del sinistro, acquisendo anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Ed è proprio dopo aver visionato queste ultime che è emersa la dinamica del sinistro col numero di targa dell’autovettura più tardi identificata in una Fiat Punto vecchio modello.

Arfelli e la vittima, si conoscevano. Tra di loro c'erano vecchie ruggini per questioni di soldi che, secondo l'ipotesi dell'accusa rappresentata dal pm Fabio Magnolo, avrebbero negli ultimi anni portato Arfelli a covare desideri di vendetta. Dalle indagini dei Carabinieri di Forlì è emerso che il 69enne, incappucciato e travisato, avrebbe effettuato appostamenti nei giorni precedenti davanti alla casa della vittima, così da ricostruire i suoi orari di entrata e uscita dall'abitazione. Il forlivese d'altra parte era avvezzo ad uscire la mattina presto per fare colazione al bar e poi recarsi presso l'azienda di famiglia a piedi. E così Sergio Arfelli quella mattina del 17 dicembre scorso andò a colpo sicuro, utilizzando una Fiat Punto rubata  5 giorni prima a Rimini. La sua determinazione, secondo l'accusa, lo portò ad investire il 74enne per ben tre volte.

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