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Cronaca

Patrimoni accumulati illegalmente, scattano confische definitive per 670mila euro

A finire nel mirino della Guardia di Finanza sono stati Davide Roberto, condannato per traffico internazionale di stupefacenti, e Antonio Carbonara, condannato per tentato omicidio

I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito due distinte sentenze di confisca patrimoniale, emesse dal Tribunale di Rimini, nei confronti di altrettanti soggetti entrambi condannati per vari delitti. Il primo è riferito a Davide Roberto, l'imprenditore riminese 43enne condannato in via definitiva per traffico internazionale di stupefacenti, nei cui confronti le Fiamme Gialle hanno proceduto a sottoporre a confisca definitiva due immobili, tre autoveicoli e quote societarie, per un valore complessivi di 350 mila euro. Il provvedimento di sequestro, a cui ha fatto seguito di definitiva confisca, era stato emesso dal GIP di Rimini nel novembre del 2016 su richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani, a seguito di approfondite investigazioni economico-patrimoniali svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini, i quali avevano rilevato che Roberto, già noto per reati in materia di stupefacenti, era titolare, personalmente ed attraverso l’interposizione della coniuge e della sorella, di beni in valore sproporzionato al proprio reddito dichiarato ed all’attività economica svolta. 

Il secondo provvedimento di confisca riguarda invece, il 44enne Antonio "Tony" Carbonara, soggetto già noto alle cronache riminesi e finito in carcere con una condanna per tentato omicidio. Nei suoi confronti i militari della Guardia di Finanza di Rimini hanno eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Rimini, Sezione Misure di Prevenzione, e riguardante due immobili ubicati a Borghi, tre veicoli e disponibilità finanziarie per un valore stimato di oltre 320 mila euro. Il provvedimento di sequestro, cui ha fatto seguito quello odierno di confisca, era stato richiesto ed ottenuto nel gennaio 2017 dal pubblico ministero riminese Luca Bertuzzi, all’esito delle investigazioni economico-patrimoniali, svolte sempre dallo stesso Nucleo di Polizia Economico-finanziaria, che avevano fatto emergere come Carbonara, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e contro la persona, aveva nella propria disponibilità un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, tale da farlo rientrare nel novero dei soggetti aggredibili secondo le norme del Nuovo testo Unico Antimafia (D.L.vo 159/2011), in quanto persona che  vive abitualmente, in tutto o in parte, con i proventi di attività delittuose.

I beni di Davide Roberto, in quanto sottoposti a confisca definitiva, sono già entrati a far parte del patrimonio dello Stato, mentre i beni confiscati ad Antonio Carbonara, non ancora in via definitiva, saranno gestiti ed amministrati da un custode appositamente nominato dal Tribunale di Rimini. Dall’inizio dell’anno 2017 ad oggi i Reparti della Guardia di Finanza di Rimini hanno portato a compimento operazioni in tale ambito che hanno consentito di pervenire nella provincia alla confisca di patrimoni illeciti per un valore di 30 milioni di euro, di cui quasi 9 milioni solo negli ultimi 6 mesi del 2018. 
 

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