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Cronaca

Poste, i sindacati: "Carenza di personale e contagi, avanti con lo sciopero dello straordinario"

contagi in crescita tra i lavoratori, code agli sportelli, difficoltà nel recapito della corrispondenza, pressioni commercial

Prosegue fino al 16 gennaio lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive indetto da Slc/Cgil lo scorso 17 dicembre per tutti i lavoratori di Poste Italiane dell’Emilia Romagna. Le principali motivazioni dello sciopero sono personale insufficiente, contagi in crescita tra i lavoratori, code agli sportelli, difficoltà nel recapito della corrispondenza, pressioni commerciali. La qualità della vita in ambito lavorativo non rispecchia minimamente quello di un’azienda in trasformazione virtuosa verso il futuro, al contrario si tratta di un’azienda ancorata alla sua burocrazia e con frequenti fenomeni di disorganizzazione che non fanno altro che alimentare un dannoso ed improduttivo clima lavorativo ostile.

"Dopo il primo periodo di sciopero dal 16 novembre al 2 dicembre, Slc/Cgil ha proseguito il periodo di agitazione, visto che l’azienda non ha risolto le criticità sollevate e denunciate, prima tra tutte la carenza di personale - spiegano i sindacati - Auspichiamo che la mobilitazione diventi unitaria, dopo la condivisione delle problematiche e del percorso da parte delle Organizzazioni sindacali. L’emergenza Covid ha accelerato e peggiorato le carenze delle condizioni lavorative, da una parte la nuova e necessaria regolamentazione di sicurezza anti-contagio, l’aumento dei casi positivi che produce assenze dal lavoro dei dipendenti e dall’altra l’aumento di carichi di lavoro in quanto Poste Italiane è stata affidataria di tanti servizi aggiuntivi legati al periodo pandemico, come la gestione dei bonus, lo spid, l’aumento di pacchi da recapitare".

"Accogliamo con favore l’aggiunta di nuovi servizi in capo a Poste Italiane, ma le vecchie e nuove prestazioni lavorative impattano sui sempre meno lavoratori che riescono con sempre maggiore difficoltà ad assolvere agli attuali carichi di lavoro, con il conseguente peggioramento dei servizi forniti alla clientela. Chiediamo che tutti gli operatori, a cominciare da chi è a contatto con il pubblico come sportellisti e portalettere, siano messi nelle condizioni di poter servire adeguatamente i cittadini. Da anni Slc-Cgil denuncia all’azienda che il numero dei lavoratori è insufficiente a mantenere un adeguato livello di servizi alla cittadinanza. Quindi le criticità vengono da lontano ed il covid le ha solo rese ancor più evidenti. Per contro, il covid non deve diventare il pretesto per non riaprire più gli uffici o procrastinarne sine-die l’apertura, ma deve essere lo sprone per aumentare gli sforzi e pensare come alcuni uffici possano essere riaperti in piena sicurezza. Slc-Cgil vede i clienti e gli operatori dalla stessa parte, seppur con motivazioni diverse, perché patiscono entrambi situazioni incomode, malessere diffuso e consistente".

I sindacati ribadiscono che "lo sciopero è uno degli strumenti disponibili per rivendicare la soluzione dei problemi di entrambe le parti, attraverso una sensibilizzazione che porti ad una dotazione maggiore di personale e all’apertura mirata ed in piena sicurezza di alcuni uffici postali. Questa situazione Slc-Cgil la rappresenta anche ai Sindaci del territorio, investiti dalle proteste dei loro cittadini che sono costretti a concentrarsi nei pochi uffici aperti aumentando assembramenti con il conseguente rischio di contagio, con il disagio causato anche per le condizioni meteorologiche e dal nervosismo che ancora troppo spesso qualche maleducato sfoga sugli operatori. Una situazione molto pesante la patiscono gli uffici dei piccoli Comuni con aperture ridotte all’osso. Proprio in questi uffici si costringono le fasce più deboli della popolazione come gli anziani a farsi accompagnare dai famigliari (per la carenza di mezzi di trasporto) all’ufficio più vicino dove molto pazientemente si mettono in fila esposti alle intemperie. Sono ancora troppo pochi gli uffici di piccoli Comuni forniti di Postamat nonostante l’accordo di programma tra Governo e Poste Italiane ne preveda l’installazione quando richiesta dal Comune. Queste situazioni di colpevole disagio sono state rappresentate più volte anche dallo Spi/Cgil. Abbiamo chiesto all’azienda di riaprire alcuni uffici in sicurezza e di aumentare i giorni di apertura settimanali, anche in onore al servizio universale che Poste Italiane svolge per la collettività che dovrebbe imporre una valutazione maggiore dei bisogni, che non sono l’antitesi del business".

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