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Cronaca

Allarme dei sindacati: "In Emilia-Romagna 120 uffici postali a rischio chiusura"

In Emilia-Romagna sono 120 gli uffici postali che rischiano la chiusura totale e 39 quelli che verranno pesantemente ridimensionati a causa del nuovo progetto organizzativo di Poste Italiane

In Emilia-Romagna sono 120 gli uffici postali che rischiano la chiusura totale e 39 quelli che verranno pesantemente ridimensionati a causa del nuovo progetto organizzativo di Poste Italiane.  E’questo l’allarme lanciato dai sindacati confederali di categoria del settore Poste dell’Emilia-Romagna dopo che ha trovato piena conferma il rischio paventato poche settimane fa del taglio di 429 zone di recapito e dell’esubero di 466 addetti.

In particolare le provincie più colpite sono Bologna con 137 tagli di zona, Modena con 73, Parma con 50, a seguire Piacenza e Ravenna con 32 ciascuna, Ferrara con 31, Reggio Emilia 30, Forlì 24 e Rimini con 22.  

“E’ una vera strage – sottolineano i sindacati -, sia in termini occupazionali sia sociali, con alcune realtà montane che resteranno di fatto isolate, rischiando di creare cittadini e imprese di “serie B” nelle aree meno sviluppate della regione. Una razionalizzazione per contenere i costi  era nell’aria, ma non ci aspettavamo certo un’ecatombe di questo tipo.”. “Quello che non possiamo tollerare – continuano i sindacati – è che il progetto di riorganizzazione sia stato completamente “calato dall’alto”, studiato a tavolino, basato esclusivamente su costi e ricavi, senza coinvolgere  minimamente le istituzioni locali, né tantomeno le forze sociali. In definitiva non si è minimamente considerato che Poste Italiane è pur sempre un’azienda di servizi a totale capitale dello Stato e come tale non può non rendere conto ai cittadini dei servizi erogati”.

“Il nostro sacrificio e il nostro senso di responsabilità – ribadiscono le organizzazioni sindacali -, mostrato nel condividere svariati e innovativi processi di rinnovamento, ha permesso a Poste Italiane di trasformarsi da “baraccone statale” in perdita in una moderna azienda di servizi, in attivo di bilancio da ormai 8 anni. Stavolta, però, si è passato il segno, con  tagli indiscriminati che vanno a colpire pesantemente i territori più disagiati abitati in prevalenza da soggetti deboli e persone anziane”

“Senza contare – proseguono Cisl Slp, Cgil Slc e Uil Poste dell’Emilia Romagna - che in questo momento la nostra regione, duramente provata dai recenti eventi sismici, ha bisogno di  interventi per poter ripristinare la produzione industriale duramente colpita.  Tagliare i servizi al cittadino e alle imprese, oltre ad essere un clamoroso autogol dal punto di vista economico, non sarebbe capito dalla popolazione già pesantemente provata”.

 “Noi – concludono i sindacati - ci opporremo con tutte le nostre forze a tagli indiscriminati che puntano con sfrontatezza solo a fare profitti danneggiando la collettività, e se i dirigenti centrali di Poste SpA continueranno a rifiutare il confronto, nei prossimi giorni metteremo in campo tutta una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali, coinvolgendo anche i parlamentari della nostra regione”.
 

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