rotate-mobile
Cronaca

Allarme povertà: oltre 12mila persone alla Caritas nei primi 9 mesi del 2014

"Le persone necessitano sempre più di aiuti concreti, arrivano da noi piangenti, insistenti, tutte le motivazioni sono valide ed è sempre più difficile discernere. Ma spesso ci tocca dire di no, perché i soldi non bastano e non si riesce ad aiutare tutti" afferma don Renzo Gradara direttore della Caritas diocesana

“Le persone necessitano sempre più di aiuti concreti, arrivano da noi piangenti, insistenti, tutte le motivazioni sono valide ed è sempre più difficile discernere. Ma spesso ci tocca dire di no, perché i soldi non bastano e non si riesce ad aiutare tutti” afferma don Renzo Gradara direttore della Caritas diocesana. Nella diocesi di Rimini ci sono oltre 12.500 persone che vivono in situazione di povertà e che si sono rivolte alle Caritas nei primi nove mesi dell’anno. Questo numero scaturisce dal conteggio di tutti i familiari delle 6.794 persone, che nel 2014 hanno bussato alle porte delle Caritas parrocchiali e diocesana.

Complessivamente sono stati distribuiti 13.960 pacchi viveri in tutte le Caritas, mentre la Caritas diocesana ha preparato 71.888 pasti (compresi i pasti portati a domicilio agli anziani soli della città), ha accolto 661 persone a dormire (di cui 66 profughi) per un totale di 14.150 notti. Effettuato 1.868 docce, donato 298 farmaci e aiutato 54 famiglie con materiali scolastici.  Inoltre, grazie al progetto diocesano “Fondo per il Lavoro”, 31 persone hanno trovato lavoro. Sempre più incessanti le richieste di contributi economici per pagare bollette e affitti, circa 80 mila euro i soldi che la Caritas diocesana ha dato per aiutare le persone in difficoltà e 335.300 euro i prestiti effettuati dall’Associazione Famiglie Insieme.

Da questi dati è evidente che le povertà sono sempre più complesse e in aumento, non si tratta più solo di singole persone che si rivolgono alla Caritas, perché non sanno dove andare a dormire, ma sempre più di interi nuclei familiari, di tutte le età e provenienti da tutto il mondo. Aumentano i giovani, gli anziani, ma anche le persone di mezza età che, avendo perso il lavoro, non sanno come affrontare le spese quotidiane. Aumentano le famiglie con i bambini piccoli, ma anche quelle con figli grandi, che non trovano anch’essi il lavoro. Per le persone che erano in situazione precaria, la realtà è diventata ancora più dura, infatti alla Caritas diocesana sono 967 le persone che hanno dichiarato di essere prive di abitazione, contro le 887 dello stesso periodo del 2013.

Sono 2.054 gli italiani che si sono rivolti alle Caritas presenti in diocesi, nello stesso periodo del 2013 erano 1.973, mentre gli stranieri sono passati da 4.631 nel 2013 a 4.481 nel 2014. Gli immigrati sono quindi diminuiti, diverse famiglie hanno scelto di tornare in patria e altre di spostarsi in altre nazioni, sono però arrivati numerosi profughi: solo la Caritas diocesana ne ha accolti 66. Dal 2012 gli italiani stanno aumentando sempre più. In questo periodo la Caritas diocesana sta incontrando le singole Caritas parrocchiali, per conoscere meglio le varie situazioni e i volontari raccontano che gli italiani sarebbero molti di più, ma non tutti vogliono essere registrati nelle schede Caritas e alcuni non hanno neppure il coraggio di chiedere aiuto, ma le situazioni, divenendo sempre più drammatiche, stanno man mano venendo allo scoperto e le Caritas parrocchiali cercano di intervenire come meglio possono. Tutte le Caritas hanno programmato per il periodo natalizio iniziative per sensibilizzare la comunità civile e religiosa, affinchè la cultura della solidarietà, della condivisione e della vicinanza prenda il sopravvento su quella dell’individualismo, dell’esclusione e dello scarto.

Ad un gruppetto di adolescenti di terza media di una parrocchia è stato chiesto chi sono i poveri e loro candidamente hanno risposto: “Sono coloro che non hanno famiglia, che non hanno amici, che sono soli”, non hanno detto immigrati, italiani, barboni o altre categorie. “I ragazzi sono stati più essenziali e più semplici: poveri sono coloro che non hanno nulla, non solo a livello materiale, ma anche a livello relazionale. - conclude don Gradara - Quando si parla di dati, spesso c’è il rischio di dimenticarsi di chi c’è dietro ai numeri, c’è il rischio di generalizzare, di inserire le persone in categorie, dimenticandosi che ogni storia è a sé e che ogni persona è unica, speciale ed irripetibile ed avrebbe diritto e bisogno di vivere una vita dignitosa e circondata di affetto, di calore umano. Anche le persone che sembrano più schive, che sembrano indifferenti, in realtà, spesso, sono solo persone deluse e spaventate che necessitano di più tempo per avere fiducia nell’altro, ma nessun essere umano desidera stare da solo tutta una vita. Possono capitare dei periodi, ma non tutta la vita. Chi è povero spesso è solo, ma proprio perché è solo necessita di non essere abbandonato, di non essere dimenticato”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Allarme povertà: oltre 12mila persone alla Caritas nei primi 9 mesi del 2014

RiminiToday è in caricamento