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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il presidente Vitali sta dalla parte della Guardia di Finanza

E' una presa di posizione in aperto sostegno della Guardia di Finanza quello che il Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, ha voluto rivolge al Comandante della Guardia di Finanza di Rimini con una lettera aperta

E' una presa di posizione in aperto sostegno della Guardia di Finanza quello che il Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, ha voluto rivolge al Comandante della Guardia di Finanza di Rimini, Marco Venceslai, con una lettera aperta. In essa si legge un ringraziamento “per il lavoro portato avanti da mesi a questa parte a favore dell’affermazione concreta (e non solo genericamente evocata) di quella cultura della legalità, troppo spesso sballottata nel frullatore del relativismo”.

 

“Personalmente odio le categorizzazioni, che riempiono la pancia della demagogia ma ti lasciano ugualmente una fame insaziabile. Non esistono ‘tutti i politici ladri’, ‘tutti gli artigiani evasori’, ‘tutti gli albergatori e i commercialisti furbi davanti al fisco’, ‘tutti i dipendenti pubblici nullafacenti e con il doppio lavoro’. Ma non esistono neanche ‘tutti i politici onesti’, ‘tutti gli imprenditori in regola’ e così via. Esistono i comportamenti illeciti (uno, cento, mille, un milione, un miliardo) che vanno perseguiti senza discrezionalità alcuna, consci del fatto che lo Stato garantisce ampiamente la difesa delle proprie ragioni a chiunque”, dice Vitali.

 


Sì, è vero, la crisi è entrata con passo devastante nelle nostre aziende e nelle nostre case, ma non per questo può sospendersi il patto fondante di ogni comunità, ovvero che le leggi vadano rispettate e si debbano far rispettare a prescindere che ci sia la pioggia o il sole, che faccia caldo o freddo, che si abbia un euro o un milione in tasca. La legalità distingue i comportamenti, non fa di ogni erba un fascio. Gli uomini che, per scelta e professione, tutelano la legge non possono e non devono fermarsi nel condurre un’indagine su un amministratore che ruba soldi pubblici o su un’azienda che evade il fisco. E se colpevoli, il primo come la seconda, giustamente renderne conto. E’ profondamente sbagliato sollevare la cortina fumogena del ‘così fan tutti’ perché essa indebolisce un corpo già provato e probabilmente non così convinto che questi siano peccati molto gravi”.

 

Conclude Vitali: “Per questo non c’è niente di più pericoloso che lasciare solo e isolato chi, con una divisa, opera per l’affermazione di quella legalità che è fatta anche (soprattutto?) del pagare le tasse o dell’utilizzare al meglio le stesse tasse a favore della collettività”.
 

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