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Cronaca Covignano / Via Monterotondo

Preso il killer di Bernabini: era a 300 km da Rimini

E' stato preso il killer di Leonardo Bernabini, il 55enne di Verghereto freddato domenica mattina con due colpi di fucile. Il giovane assassino è stato preso a circa 300 km da Rimini, scappato dopo una precipitosa fuga dal luogo dell'omicidio

E’ stato preso il killer di Leonardo Bernabini, il 55enne di Verghereto freddato domenica mattina con due colpi di fucile. Il giovane assassino è stato preso a circa 300 km da Rimini, scappato dopo una precipitosa fuga dal luogo dell’omicidio. L’uomo è stato arrestati in serata. Si chiama Marco Zinnanti, 22enne originario di Novafeltria, e si trovava nella provincia di Teramo, raggiunto lì nella sua precipitosa fuga verso sud.

Gli inquirenti lo hanno trovato precisamente a Valle Castellana, un paesino al confine con le Marche. Ultimamente era rimasto coinvolte in alcune risse, che gli sono costate delle denunce. Anche la sorella del killer del cesenate era stata sottoposta a fermo. Per la polizia stava rifornendo il fratello del denaro necessario alla vita in clandestinità, ormai braccato dalle forze dell'ordine. La ragazza sarebbe stata sorpresa mentre prelevava un'ingente somma di denaro da un appartamento nelle disponibilità del ragazzo.

Gli inquirenti erano in contatto con i familiari del ragazzo, che dopo il delitto non è tornato a casa. Il padre ha 48 anni ed è di origine siciliana, mentre la madre è di Novafeltria. Sembra che nella casa in uso del 22enne siano stati trovati armi e droga. Probabilmente da gestire per conto di una banda. Ormai sembra chiaro agli investigatori come Bernabini ha trascorso le ultime ore di vita. Intorno alle 9 di domenica mattina è stato chiamato dal suo assassino, che aveva passato la notte alla discoteca 'Classic club'. Il giovane ha litigato con qualcuno all'interno del locale, minacciando che sarebbe tornato dopo mezz'ora.

Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che il killer si sia fatto accompagnare a Covignano, dove teneva nascosto il fucile con il quale ha poi ucciso Bernabini. Probabilmente, vedendo l'arma, l'uomo ha rifiutato di farlo salire in macchina e a quel punto il giovane ha sparato due colpi, uccidendolo. Poi ha utilizzato il proprio cellulare, e durante la fuga a piedi verso il cimitero di Santa Cristina, distante alcune centinaia di metri dalla scena del crimine, ha chiamato suo padre perché andasse a prenderlo.

Ma il genitore ha negato agli agenti della Mobile di sapere dove si trovasse. Testimoni hanno sentito il ragazzo mentre correva spaventato e al telefono gridava 'Non so dove sono, vienimi a prendere'. L'ipotesi della rapina era caduta subito: nell'auto era stato trovato il portafoglio con circa 500 euro. Martedì pomeriggio la Questura aveva diffuso l'identikit dell'omicida, tracciato sulle testimonianze di alcune persone che lo hanno notato vagare a torso nudo (alto un metro e 70 circa, biondo e con gli occhi chiari). Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani. L'obiettivo è chiarire il movente del delitto.

 

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