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Cronaca

"Pressioni" per far togliere la multa al figlio, condannato l'ex Questore

L'alto funzionario della polizia di Stato ritenuto colpevole di aver cercato di indurre gli agenti della Stradale a modificare il verbale

E' stato condannato a 2 anni, 2 anni e 4 mesi la richiesta del pubblico ministero, l'ex Questore di Pesaro Antonio Lauriola già vicario alla Questura di Rimini e attualmente a disposizione del Ministero. La vicenda risale al luglio del 2016 quando il figlio dell'alto funzionario della polizia di Stato, all'epoca in servizio nelle Marche, venne fermato da una pattuglia della Stradale al volante di un'auto a Marina Centro. In quella occasione il ragazzino, all'epoca 17enne, spiegò agli agenti di non avere i documenti ma di essere maggiorenne. Gli accertamenti, però, smascherano la sua versione tanto che venne multato con un verbale da 3500 euro. Alcuni giorni dopo, tuttavia, al comando della Stradale di Rimini si presentò Antonio Lauriola, al tempo Questore di Pesaro, per dei chiarimenti sulla vicenda che aveva coinvolto il figlio. E' a questo punto che, secondo l'accusa, il funzionario avrebbe chiesto agli agenti di modificare il verbale in maniera tale da far risultare che il ragazzino non si trovasse sulla strada ma stesse guidando all'interno di un parcheggio.

Un escamotage che avrebbe permesso di annullare il verbale ma, secondo quanto emerso, le parole del Questore sarebbero state registrate. Dall'audio si evincerebbero le pressioni fatte e, il file, è finito sui tavoli della Procura che ha chiesto il processo per Lauriola. Nel frattempo, il Questore si era presentato anche in Prefettura e al Giudice di Pace per fare ricorso al verbale che però alla fine è stato costretto a pagare mentre il figlio è stato denunciato per false attestazioni. Il funzionario della polizia di Stato, durante il processo, ha sempre sostenuto che si era trattato di un grosso malinteso.

"Siamo convinti che il Tribunale ha fatto proprio un teorema del pubblico ministero - hanno dichiarato gli avvocati Giovanni Maria Giaquinto e Matteo Starace che difendevano il dottor Lauriola. - Il nostro assistito non ha mai chiesto agli agenti di togliere la multa a suo figlio e, allo stesso tempo, i vari testimoni hanno dichiarato che l'incontro che si era tenuto alla caserma della polizia Stradale di Rimini si era svolto in maniera cordiale e amichevole. Un dettaglio che va a a smentire quel clima di 'intimidazione' proprio dell'accusa. Un ultimo dettaglio, fondamentale per il nostro assistito, è che poi il Giudice di pace aveva annullato quel verbale. Aspettiamo le motivazioni della sentenza e, poi, presenteremo appello".

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