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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Meteo, tra una 'pazza' primavera e l'estate che verrà: la parola all'esperto

"La primavera 2013 - spiega l'esperto - è stata finora (ma mancano oramai pochi giorni alla fine, dal momento che meteorologicamente col primo giugno incomincia l'estate) alquanto piovosa ma tutt'altro che fredda"

Non è ancora arrivato il momento di tirar fuori dall'armadio t-shirt e pantaloncini. Sole e caldo, come spiega Pierluigi Randi, climatologo e previsore dell’Epson Meteo Competence Center Meteoromagna/MeteoCenter, non baceranno per il momento la nostra regione poichè "la circolazione generale sullo scacchiere euroatlantico è ancora favorevole all'ingresso di perturbazioni e sistemi depressionari atlantici sul bacino del Mediterraneo".

Dottor Randi, il caldo si fa attendere. E a dispetto del calendario sui rilievi è tornata la neve. Ma dove è finita la primavera?
La primavera 2013 è stata finora (ma mancano oramai pochi giorni alla fine, dal momento che meteorologicamente col primo giugno incomincia l'estate) alquanto piovosa ma tutt'altro che fredda; infatti ad un mese di marzo effettivamente più freddo rispetto alla norma climatologica del periodo 1971-2000 (-1.3°C), ha fatto seguito un aprile assai mite (+1.4°C), ed una prima metà di maggio durante la quale i valori termici si sono mantenuti sensibilmente superiori alle suddette medie, con anomalie termiche positive fino ad oltre 2/2.5°C, specie sulle province di Forlì-Cesena e Rimini.

Solo negli ultimi 7-8 giorni le temperature si sono sensibilmente abbassate limando progressivamente le precedenti anomalie, tant'è che al momento attuale il mese viaggia su temperature medie quasi rientrate nella morma ma ancora debolmente superiori (+0.1/+0.3°C). A conti fatti la primavera 2013 chiuderà con temperature assai prossime ai valori medi climatologici e quindi per nulla fredda; casomai possiamo affermare che tali valori sono stati ottenuti attraverso fasi di caldo notevole (aprile, prima metà di maggio) ed altrettante fasi fredde (marzo e seconda metà di maggio), per cui il leit motiv della stagione può ritenersi gli elevati sbalzi termici.

Ci sono state primavere più fredde di quella attuale?
Si ebbero nel 1984 (-1.6°C su base regionale); 1980 (-1.4°C); 1970 (-1.3°C); 1962-1973-1987 (-1.1°C), e questo limitando lo sguardo dal 1950 in poi; se andiamo ancora più a ritroso nel tempo troviamo delle primavere che oggi sembrerebbero glaciali (1929-1928-1932-1939). Gli effetti del riscaldamento globale infatti cominciano a sentirsi anche sulla percezione soggettiva della mormalità climatica: infatti, dopo una serie assai prolungata di primavere dal sapore estivo, ci si aspetta che questa stagione sia caratterizzata da temperature alquanto elevate con lunghe sequenze di belle giornate, oppure che si possa andare in spiaggia già da inizio aprile, ma così non è, dal momento che i dati storici dipingono aspetti completamente diversi, vale a dire la seconda stagione più piovosa dell'anno dopo l'autunno, e frequenti sbalzi termici tipici delle stagioni transizione come è appunto la primavera.

Non possiamo parlare quindi di primavera anomala...
L'anomalia risiedeva nelle primavere simil estive del 2007-2009-2001-2000-2011-2012-2003 e non certo in quella corrente che, per inciso ed anche a livello nazionale, non è affatto la più fredda degli ultimi 200 anni come si è scritto da più parti. Solo negli ultimi 7-8 giorni le temperature sono state davvero basse, specie nei valori massimi, i quali sono rimasti sotto i 15°C nella giornata di sabato scorso; ma una intera stagione non si può valutare climatologicamente sulla base di soli 8/10 giorni. Solo le precipitazioni sono state effettivsmente superiori alle medie del periodo con piovosità media regionale superiore di circa il 40% rispetto alla media 1971-2000.
 
Insomma non è ancora il momento di t-shirt e pantolincini....
Per il momento no, poichè la circolazione generale sullo scacchiere euroatlantico è ancora favorevole all'ingresso di perturbazioni e sistemi depressionari atlantici sul bacino del Mediterraneo; le alte pressioni subtropicali occupano posizioni ancora relativamente defilate e non proteggono il bacino del Mediterraneo dall'assalto di tali perturbazioni, le quali ad intermittenza transitano quasi indisturbate sulla penisola.

E nel weekend ancora instabilità atmosferica?
Probabilmente sì, poichè per almeno 4/5 giorni saremo interessati da un vortice depressionario di origine atlantica a tutte le quote che lentamente attraverserà la penisola; la disposizione delle correnti dominanti nei bassi strati, che sarà in prevalenza da SW, farà si che la nostra non sarà tra le regioni più penalizzate a causa del fenomeno del fohn appenninico (venti più secchi in discesa dai rilievi), tuttavia rimarremo in un regime di moderata instabilità con fenomeni non di particolare entità ma che imporranno ugualmente di portare sempre con noi l'ombrello, specie tra giovedì e sabato, ma non mancheranno fasi con schiarite anche ampie. Probabilmente sarà un periodo anche piuttosto ventoso, specie su rilievi e settore pedecollinare, mentre le temperature subiranno un nuovo calo ma senza toccare le punte particolarmente basse dello scorso fine settimana.

Spulciando negli archivi storici, a quando risale un maggio così freddo e brontolone?
Come già accennato prima ci sono stati molti mesi di maggio ben più freddi di quello attuale: maggio 1991 fu freddissimo con anomalia termica negativa di ben -3.3°C (oggi siamo su +0.4/+0.5°C); seguono maggio 1984 (-2.6°C); maggio 1980 (-1.9°C); maggio 1957 e maggio 1970 (-1.9°C), ma l'elenco potrebbe proseguire a lungo.

Tornando all'attualità, quanto bisogna attendere per un quadro più stabile e dai connotati estivi?
Probabilmente occorrerà attendere la seconda decade di giugno, quando alcuni indicatori su scala sinottica mostrano segnali che potrebbero favorire una maggiore espansione verso nord e verso est delle fasce anticicloniche subtropicali; tuttavia si tratta solo di alcuni indicatori ma non tutti, dunque si tratta solo di una possibilità, ma che sembra prendere corpo giorno dopo giorno.

Con un inizio tardivo della primavera, è possibile che la bella stagione si sposti in avanti di alcuni mesi? Le previsioni climatiche in merito cosa indicano?
Forse alcuni mesi è eccessivo, ma qualche settimana potrebbe anche essere una eventualità del tutto plausibile. I modelli adottati per previsioni stagionali indicano una stagione estiva 2013 con tenperature solo di poco superiori alle medie climatologiche e senza gli "eccessi" termici delle ultime estati (anche se almeno 4/5 ondate di caldo intenso sono sempre da mettere in preventivo); insomma sembrerebbe approssimarsi una estate quasi "normale" che, date le circostanze, probabilmente verrebbe percepita come fresca. C'è però da precisare come in questo periodo i modelli siano in sostanziale disaccordo tra di loro (esistono diversi modelli per previsioni stagionali); quando ciò accade occorre sempre adottare massima prudenza, poichè signiifica che tra le molte forzanti a vasta scala in grado di segnare le sorti della stagione vi è elevata incertezza su quale peso attribuire ad ognuna di esse. Anche la piovosità viene vista in ripresa dopo le terribili siccità del 2011 e 2012.

Temporali violenti e autentici tornadi. Si va sempre più verso una estremizzazione dei fenomeni atmosferici. Qual è in merito la sua opinione?
I dati ci dicono che questa correlazione comincia ad essere suffragata anche dai numeri: la piovosità media annua è in lieve calo, ma soprattutto cala il numero di giorni piovosi; questo implica che le precipitazioni sono mediamente più intense, segnatamente nel periodo autunnale ed invernale, anche se la nostra regione mostra in tal senso segnali meno forti rispetto ad altre (esempio Toscana e Lazio). In merito all'attività temporalesca si possono aggiungere altre considerazioni: calo dei temporali estivi in frequenza ma non in intensità; aumento nel periodo autunnale; dilatazione della stagione temporalesca (parte prima e termina dopo rispetto al pasato); è ipotizzabile nei prossimi anni un ulteriore calo della piovosità estiva con meno temporali ma singolarmente più violenti, mentre nel periodo autuhnnale essa potrebbe aumentare ulteriormente.

Per quanto concerne i tornado, sono in aumento?
Probabilmente sì, ma è difficile dimostrarlo con dovizia di dati: infatti trattandosi di fenomeni su piccola scala e generalmente di breve durata, decenni fa molti di essi sfuggivano alle reti osservative, che per il nowcasting potevano fare affidamento a risorse molto ridotte. Oggi abbiamo radar, webcam, cellulari, videocamere, chasers, eccter; insomma oggigiorno difficilmente questi fenomeni sfuggono; una volta accadeva più spesso.

Per cui risulta ostico analizzare statisticamente nel tempo questi eventi a causa della mole di risorse oggi disponibili, non paragonabile a quelle di alcuni decenni or sono. Certamente il profilo termo-igrometrico nei bassi strati del 3 maggio (quando ben 3 tornado hanno devastato l'Emilia) era più consono alla seconda decade di giugno che non all'inizio della prima di maggio e ciò rappresenta un aspetto sul quale riflettere. Peraltro esistono studi ed analisi che dimostrano come tornado (o trombe d’aria) si siano sempre verificate in Europa, in Italia e quindi anche in regione; l’anomalia consiste nell’avere avuto ben tre violenti tornado nello stesso giorno (3 maggio 2013).

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