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Cronaca

Equivoci sui termini, la Procura smantella l'ordinanza antiprostituzione

La Procura di Rimini smonta l'ordinanza anti-prostituzione firmata il 13 dicembre scorso dal sindaco Andrea Gnassi. Il pm Paolo Giovagnoli ha chiesto l'archiviazione della denuncia di una romena di 32 anni

La Procura di Rimini smonta l'ordinanza anti-prostituzione firmata il 13 dicembre scorso dal sindaco Andrea Gnassi. Il pm Paolo Giovagnoli ha chiesto l'archiviazione della denuncia di una romena di 32 anni. La ragazza, con alle spalle una settantina di fogli di via firmata dalla Questura mai rispettati, era stata fermata dalle forze dell'ordine il 3 gennaio scorso nel corso di un controllo in viale Regina Margherita.

Il procuratore sottolinea che “l'ordine e la sicurezza pubblica” è materia che secondo la Costituzione è riservata esclusivamente alla competenza dello Stato, mentre il sindaco può occuparsi “dell'incolumità pubblica e sicurezza urbana”. In poche parole, il magistrato ha smontato l'ordinanza fortemente voluta da Gnassi perchè basata su un equivoco giuridico e lessicale. Giovagnoli si è soffermato anche sul concetto di “contingibile e urgente”.

Secondo il procuratore, il sindaco non ha il potere di trasformare in reato per un periodo di tre mesi un fenomeno che la legge considera un illecito amministrativo. Discutibile anche il periodo dei tre mesi, poiché il fenomeno della prostituzione in strada non è casuale. Insomma, che non ottempera all'ordinanza del sindaco si macchia di una violazione amministrativa.

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